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Le furbate di Salvini sgamate da Bruxelles

GIANCARLO GUARINO 
Nessun atto formale è stato emesso dal Ministro per bloccare lo sbarco dei 177 della Diciotti, solo ordine verbale, in mancanza di questo non è tecnicamente possibile impugnare nulla, e quindi tutto resta in un limbo giuridico illegittimo. Ma …

In una girandola di accuse e di contro-accuse di livello condominiale o peggio, 177 uomini, donne e bambini si trovano a bordo di una nave pubblica italiana -la Diciotti-, ancorata nel porto di Catania, in attesa del permesso di sbarcare -bambini a parte, persone nerborute e palestrate che poi ci troviamo a migliaia a non fare nulla nelle strade delle nostre città, parola di Matteo Salvini. Sentenziosamente, l’Onorevole Roberto Fico (già noto per le scuse a Genova a nome dello Stato) afferma che vanno fatti sbarcare, poi saranno smistati, salvo ad essere mandato a quel paese da Salvini: è la finezza britannica di questi personaggi, per lo più discinti, che mi incanta, ‘me ne frego’, ‘vaffanculo’, ‘non rompere i coglioni’, ecc.
Ciò detto, ho più di qualche dubbio che il Ministro dell’Interno possa impedire lo sbarco di persone da una nave. Tanto più che non risulta sia stato emesso alcun provvedimento formale. Per cui, si tratta di un provvedimento di fatto, verbale, non ufficiale, un autodafè, che, infatti, contempla anche la ‘concessione’ del ‘padrone-Salvini’ ai bambini di scendere dalla Diciotti! Ieri sera tardi, appunto, i 29 minori non accompagnati sono stati fatti sbarcare, gli altri restano a bordo, per il momento, in balia dei trogloditi dell’umanità.
Ma è anche -non siamo nati ieri- una furbata. Perché furbata? Ma perché, non essendovi un atto formale, ufficiale, non è tecnicamente possibile impugnare nulla, e quindi tutto resta in un limbo giuridico assolutamente illegittimo ma privo di ogni atto formale. A dire il vero, diciamo anche questo, non essendovi un provvedimento impugnabile dagli interessati (ad esempio i 177) spetta alla Magistratura (che alla fine si è mossa) di agire per impedire quello che, ad indagini effettuate, potrebbe rivelarsi un reato. Ma tant’è.
Salvo che, in un post su Facebook, con la bambina, si suppone sua che gli spunta all’improvviso –«stai buona che papà sta lavorando»-, l’eroico Salvini dichiara che i Magistrati sanno benissimo con chi prendersela, lui. A parte la mia sincera solidarietà a quella creatura innocente, la rivendicazione spocchiosa basta ad identificarne il responsabile reo-confesso. Sorvolo su Maurizio Martina sul molo di Catania, sempre più barbuto ed evanescente, balbettare banalità a David Parenzo … Massimo Cacciari per poco non ha addentato la telecamera.
Chiariamo: in uno Stato di diritto, che proprio per questo si chiama così, ogni atto dell’Autorità pubblica deve essere formalizzato per iscritto, allo scopo di permettere al destinatario di quell’atto (ad esempio, nella specie, all’equipaggio e ai passeggeri della nave Diciotti) di: conoscere cosa si sta facendo contro o di lui; opporsi al provvedimento, nei modi e nei tempi previsti dal diritto. Questo, per dirla in berlusconese stretto, è il garantismo, quello vero, non quello che è fatto per perdere tempo o per trovare cavilli. In questo caso, la furbata è opera del Ministero e del Ministro, ma le furbate non sono previste dall’ordinamento giuridico italiano vigente. E quindi al Ministero, e non solo, ci sono persone che sono, già ora,corresponsabili di ciò che accade, se non altro in ragione del fatto che eseguire un atto illegittimo per ordine di un superiore non esime dalla responsabilità, anzi, c’è una responsabilità specifica! Se ben capisco (attenti signori, attenti) il PM è ‘salito a bordo’ della nave, non credo a bere un tè, ma a constatare l’ipotesi di reato! Vedremo.
In altre parole: a qual titolo i passeggeri e lo stesso equipaggio della nave Diciotti vengono costretti a stare sulla nave? Non voglio arrivare a dire che si tratta di un sequestro di persone, ma lo dico. Tanto più ‘furbo’ il fatto perché chi ha dato l’ordine è un mistero; o meglio, lo sappiamo tutti, ma non possiamo, non possono i 177 fare nulla … E se i presunti migranti denunciassero il comandante della Diciotti, che esegue l’ordine illecito di portarli lì e non farli sbarcare? Non voglio turbare il sonno del comandante della Diciotti, ma di cose illecite ne ha fatte parecchie, su ordine di chi? E quindi è chiara la responsabilità del Ministro e magari anche degli esecutori. Speriamo che a Roma (competente per i reati ministeriali se non sbaglio) qualcuno vegli … certo a Roma c’è la nebbia, si sa!
Del resto, che una nave non si possa legittimamente sequestrare impedendo ai passeggeri di scendere, ecc., è ormai acquisito. Ricordate? Dopo le ben note e applauditissime performance del PM di Catania, primattore anche in Parlamento, il GIP di Ragusa ha smantellato tutto con un Decreto esemplare, oggetto di seminari nelle Università: Decreto n. 1216, 1282/18 RGNR, N. 1182/18 RG GIP. In questo atto, il GIP scrive: «Osserva al riguardo questo giudice che le operazioni SAR di soccorso non si esauriscono nel mero recupero in mare dei migranti, ma devono completarsi e concludersi con lo sbarco in un luogo sicuro(POS, place of safety), come previsto dalla Convenzione SAR siglata ad Amburgo il 1979. Il governo responsabile per la regione SAR in cui sono stati recuperati i sopravvissuti è responsabile di fornire un luogo sicuro o di assicurare che tale luogo venga fornito … Non può essere considerato sicuro un luogo dove vi sia serio rischio che la persona possa essere soggetta alla pena di morte, a tortura, persecuzione od a sanzioni o trattamenti inumani o degradanti … » è il caso nostro direi. Ma il giudice spiega anche: «Il tema evidentemente è connesso con il principio di non respingimento collettivo, con il diritto internazionale dei rifugiati, e più in generale con i diritti fondamentali dell’uomo … ». Non è chiaro, insomma in questo caso, cosa possa giustificare il ‘sequestro’ della nave e dell’equipaggio. Nemmeno molto chiaro è perché il PM chieda (leggi: ordina) lo sbarco dei minori e si limiti a ‘minacciare’ azioni per sequestro di persona, lasciando gli adulti a bordo!
Alle molte ‘perplessità’ solo sommariamente annunciate, se ne aggiunge un’altra, molto, ma molto più grave, almeno dal punto di vista del diritto internazionale.
Il Governo italiano, o meglio il Ministro Salvini -che in materia dovrebbe tacere visto che la competenza sarebbe del Ministro degli Esteri- se la prende con Malta, perché a Malta non hanno soccorso e ricevuto i migranti ora sulla Diciotti. In sostanza, Salvini afferma non solo che sarebbe stata Malta a dovere intervenire, ma che, poi, Malta rifiuta (come purtroppo altri Stati europei, compresa la super-sovranista Austria) di prendere una parte di quei ‘migranti’. Cioè esattamente di applicare quello che il professor Giuseppe Conte afferma di avere ottenuto: che i migranti sono problema europeo. Semplicemente perché non è vero –lo avevamo detto subito.
Come certo chi legge ricorderà, la Diciotti è intervenuta, in acque di competenza maltese, allo scopo(afferma Malta) di impedire che la barca dei migranti arrivasse in zona italiana. Ma ciò era ed è chiaramente illecito, dato che, visto che doveva intervenire Malta, non c’era motivo di intervenire per la Diciotti, ma, specialmente, non c’era motivo di intervenire affatto dato che la barca navigava, non rischiava di affondare e quindi aveva il diritto di continuare a farlo. Sarebbe arrivata in Italia? Forse, ma allora quella barca avrebbe dovuto essere fermata e ad essa applicate le norme comuni ivi compreso il divieto di sbarco. ‘Sbarco’ dei passeggeri, non dei ‘migranti’, lo status di migrante è una situazione giuridica da accertare ad opera dei magistrati, non della nave Diciotti e meno che mai del Ministro Salvini e nemmeno del vacanziere Danilo Toninelli. Invece, afferma Malta (e non so come darle torto) la Diciotti è intervenuta ‘per salvare i naufraghi’, per poi potere avanzare la pretesa di scaricarli a Malta: insomma una furbata, Ministro Salvini, che si è ritorta contro di lei, perché certo una cosa simile non è stata decisa dal comandante della nave. Bella figura! Anche perché l’unica cosa che sicuramente la Diciotti non avrebbe mai potuto fare sarebbe stato … portarli a Malta contro la volontà del Governo maltese; sarebbe stato un atto di guerra! Quanto a riportarli in Libia, in violazione del principio del non refoulement e contro la volontà libica (dichiarata nuovamente nella serata di ieri, bravo Ministro Salvini!) altro che atto di guerra!
Ma non basta, perché Salvini (sempre scavalcando la Farnesina di Enzo Moavero Milanesi, silente il professore di diritto aspirante premier, forse di nuovo in meritata vacanza con Toninelli) protesta perché Malta non vuole prendersi (come del resto ormai tutti gli altri Paesi europei) almeno una parte di quei 177, la cui redistribuzione deve essere un atto collettivo, non una decisione di Salvini. Comunque Malta obietta anche che Salvini non ha ancora spiegato come procedere alla redistribuzione, cui Malta afferma di essere pronta, ovviamente su piede di reciprocità: cioè io faccio ciò che devo se tu fai ciò che devi, come in ogni rapporto contrattuale. Ma, afferma un comunicato del Governo Maltese: «sfortunatamente l’Italia non ha rispettato i propri impegni nel meccanismo di redistribuzione avviato da Malta riguardo ai migranti sbarcati a Malta dalla nave Lifeline il 27 giugno, nonostante le iniziative delle autorità maltesi per completare questo processo con le autorità italiane» … ricordate? i 20 che Salvini promise di prendere in Italia, ma non ha preso.
Potrei limitarmi a dire che purtroppo le furbate in politica estera non pagano, non pagano mai: i Paesi europei ormai hanno sgamato il gioco e non hanno nessuna intenzione di farsi menare per il naso da Salvini e quindi ritirano quel minimo di disponibilità mostrata in precedenza … bel risultato Signor Matteo-Metternich! È la violazione plateale di un accordo internazionale, decisa unilateralmente da Salvini, che però rende l’intera Italia passibile della sanzione per violazione di un trattato. In caso di risarcimento, sarà il Governo a potersi rivalere sul Ministro. Che poi ciò dimostri che in Europa la generosità, ma anche la razionalità non sono di moda non cambia nulla, anzi, dimostra l’assurdità di pretendere aiuto da una Europa che si insulta e bistratta ogni giorno. In applicazione di quella famosa regola: «A peracottaro, peracottaro e mezzo!».
E adesso, attendiamo Luigi Di Maio, scommettiamo? Già si sentono rumors sull’ILVA.