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I coloni violenti di Yitzhar

Amira Hass, Internazionale, 19 marzo 2018

Tre
settimane fa ho ricevuto una telefonata da Mahmoud R. Ci ho messo un po’ per
ricordarmi di lui: sulla cinquantina, abitante del villaggio di Einabus (a sud
di Nablus, in Cisgiordania), proprietario di una copisteria, padre di almeno
cinque figli e tre figlie.
Prefabbricati in costruzione
nell’insediamento israeliano di Yitzhar, vicino a Nablus,
in Cisgiordania,
maggio 2014. (Ronen Zvulun, Reuters/Contrasto)

Mi ha
chiesto se avessi saputo del pastore attaccato dai coloni. È suo figlio, Zaher.
I coloni hanno massacrato le sue pecore. “Le avevamo comprate un anno fa,
quando le speranze di mio figlio di ottenere un permesso di lavoro in Israele
sono svanite”. Alcuni israeliani con il volto coperto, provenienti da un
avamposto illegale dell’insediamento di Yitzhar, hanno preso a bastonate Zaher,
che in quel momento era nei campi da solo. Poi hanno ucciso almeno cinque
pecore e molte altre sono scomparse. Il ragazzo è rimasto sconvolto.

Dieci giorni
dopo Mahmoud mi ha chiamata di nuovo e mi ha dato un’altra notizia. Alcuni
coloni di Yitzhar avevano attaccato l’autista di un trattore, distruggendo il
mezzo. I ragazzi del villaggio sono corsi in suo aiuto. Sono arrivati anche i
soldati e hanno sparato, mentre i coloni tiravano pietre. Due figli di Mahmoud,
tra cui Zaher, sono stati feriti dalle pietre e un altro dai proiettili di
metallo ricoperti di gomma. Negli ultimi mesi i coloni di Yitzhar hanno
compiuto almeno sei attacchi contro i villaggi vicini. “Cosa possiamo fare?”,
mi ha chiesto Mahmoud sperando in un mio articolo. “Mi dispiace”, ho risposto,
“ma scrivere non serve a cambiare le cose”.