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Pio D’Emilia: «La Corea del Nord può diventare una piccola Cina»

24 Maggio 2017

Per il giornalista il disgelo è vicino. E con un trattato di pace con gli Usa Pyongyang può iniziare a crescere. Perché «non è il Paese eremita che si pensa». Su Kim: «Adotta una strategia coerente, Trump no».

Dopo un fugace periodo di calma apparente, è tornato a scaldarsi l’asse Pyongyang-Washington. La Corea del Nord, lanciato con successo il suo ennesimo missile, ha fatto sapere che il vettore è in grado di trasportare una testata nucleare di grandi dimensioni. E le novità potenzialmente distensive che provenivano dalla Corea del Sud, dove si è insediato come presidente Moon Jae-in, decisamente più disponibile al dialogo con il Nord rispetto a Park Geun-hye, sono in breve tempo passate in secondo piano, anche alla luce degli spari di avvertimento esplosi al confine da Seul, il 23 maggio.

«DISTENSIONE POSSIBILE». La partita a poker tra gli Usa e la Corea del Nord prosegue, laddove sedute al tavolo da gioco ci sono anche la Cina e la stessa Corea del Sud, tra escalation e lavorio diplomatico. «Siamo in dirittura d’arrivo e la situazione è migliore di quel che si pensi», dice a Lettera43.it Pio D’Emilia, giornalista ed esperto di Estremo Oriente, che vive in Giappone da 30 anni e conosce molto bene la realtà nordcoreana. «Pyongyang vuole solo essere accettata come mini-potenza nucleare e una volta ottenuto questo si potrà giungere a una vera distensione come si è fatto tra India e Pakistan e con l’Iran».