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Sulcis, il business delle bombe vola con gli operai ex Alcoa

24 Maggio 2017

La Rwm esporta componenti di ordigni poi assemblati in Arabia. Con il benestare (silenzioso) del governo. E in un anno ha raddoppiato il giro d’affari. Il sindaco di Domusnovas: «Se chiude chi sfama 300 persone?».

In principio era la Sarda Esplosivi Industriali: una fabbrica-satellite delle grandi miniere del Sulcis, Sardegna sudoccidentale. L’esplosivo, confezionato in candelotti, serviva alle folate, ossia per scavare le gallerie necessarie per l’estrazione dei minerali. Dagli Anni 90, con la crisi senza ritorno del settore, la fabbrica non si è estinta ma ha trasformato la sua missione: da civile a ibrida, fino a diventare esclusivamente militare. Il punto di svolta nel 2001 quando furono chiesti anche dei contributi pubblici. Dall’esplosivo minerario, quindi, alle bombe d’aereo acquistate con relative autorizzazioni del governo italiano soprattutto dai Paesi Arabi per la guerra in Yemen. Un conflitto sanguinoso in cui sono state uccisi – secondo i dati diffusi dalle Nazioni Uniti un anno fa – oltre 6 mila civili.

CASSAINTEGRATI ASSUNTI. Di fatto ora a Domusnovas, che conta poco più di 6 mila abitanti, c’è il fiore all’occhiello dell’economia dell’ex distretto industriale. E così mentre si attende il rilancio – e il potenziale acquisto – delle varie ex Alcoa ed ex Eurallumina i giovani cassaintegrati mollano il sussidio e vengono assunti. Con buona pace delle obiezioni etiche, delle interrogazioni parlamentari in Italia e dell’opposizione del partito di sinistra Die Linke in Germania. La voltura ufficiale è del 2011, quando la Rwm (sede legale a Brescia) ha ereditato con un colpo solo tutte le concessioni civili. Oltralpe la casa madre, in Germania, la Reinmethall Waffe Munition Gmbh è un vero colosso degli armamenti.