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Palestina, proteste e minori detenuti in aumento

di Antonietta Chiodo, ProMosaik, dalla Cisgiordania. Come previsto nei giorni scorsi gli scontri quotidiani
nelle proteste a supporto dei detenuti hanno subito in queste ore una impennata
non indifferente in Cisgiordania. La popolazione si sente molto vicina alla
protesta degli stomaci vuoti, pur trovandosi senza alcuna notizia confortante.
Sempre maggiori gli arresti a danno di minori
soprattutto all’ interno dei campi profughi. Cercheremo di raccontarvi le
nostre sensazioni sul campo.
 

Ci troviamo infatti in Cisgiordania al fianco
della popolazione, per portare la voce non solo di chi si trova in prima linea,
ma per descriverne la quotidianità, come quella di un bambino costretto a
vivere una giornata differente da quella che potremmo immaginare in una
normalità occidentale spesso monotona.
Abbiamo riportato nei precedenti articoli ciò
che sta accadendo in questo periodo, dopo l’adesione di quasi 2.000 detenuti
nelle carceri israeliane allo sciopero della fame proclamato dal leader Marwan
Bargouthi.
Nella giornata del 27 aprile 2017 nei pressi di
Aida Camp, dove si erge il famoso muro di divisione abbellito da murales
d’autore, nelle prime ore del mattino stanzia il gazebo per il supporto ai
detenuti. Molti erano i cassonetti ribaltati ed incendiati per limitare l’avvicinamento
dei militari alla strada principale che conduce a Gerusalemme.
Molti i bambini che avanzano con le pietre,
pronti a scappare allo start degli amici, in lontananza il nulla,
nell’asfissiante attesa dell’arrivo dell’ esercito. In terra  giace il rimasuglio di centinaia di
bussolotti in metallo dei gas tossici per stordire la popolazione.
Un attimo dopo il tempo di scattare qualche
fotografia, quando un automobile di militari a  velocità elevata sopraggiunge nella nostra
direzione. I gas lacrimogeni ci fanno lacrimare gli occhi e il vociare dei
bambini stordisce.
La giornata in cui Abu Mazen ha dichiarato lo
sciopero generale la speranza di tutti è quella di trovare un luogo al riparo, quando
per fortuna ci accorgiamo di un piccolo negozio che abusivamente ha lasciato
aperta la serranda ci permette di entrare. All’ interno si distribuiscono
clinex e acqua per pulirci la gola e tamponare le palpebre gonfie.
Quando finalmente riesco ad aprire gli occhi, scorgo
tra gli scaffali persone piegate a terra con la testa tra le mani, altre
persone corrono per strada nascondendo il proprio viso nelle maglie e cercando
di allontanarsi il più possibile dalla strada principale. Ci fermiamo per un’ora,
all’esterno l’aria è oramai irrespirabile.




Torniamo finalmente sulla strada, i ragazzini
sono oramai stanchi e qualcuno si è portato anche la bicicletta per correre più
veloce del gas. In lontananza si scorgono tre sagome di militari, poco davanti
a noi l’ambulanza della croce rossa internazionale, ci racconta che almeno 15
sono state le persone soccorse dalla mattina, tra cui dei turisti americani.

I bambini sono sempre in allerta, mentre dai
tetti qualcuno dal viso coperto dalla kefia lancia pietre in direzione del
muro. Riparte l’allarme di un altro lancio e l’ambulanza in retro marcia si
parcheggia dietro un tramezzo, odiamo le grida dei bambini mentre corrono verso
di noi per farci capire che è il momento di ripararsi, un’altra volta.
Io li osservo correre più veloci del vento,
mentre tutti gridano, i colpi si disperdono nel cielo e ricomincia la fuga
generale, un fotoreporter palestinese resta chino sulle gambe perché privo di
maschera antigas e stringe i suoi occhi tra le mani, si alza poi di scatto ed
inizia la sua fuga per evitare le polveri tossiche, la puzza è indescrivibile.
Nel frattempo il mio accompagnatore spruzza
profumo su fazzoletti di carta distribuendoli alle persone, da bravo
palestinese ha acquisito una certa esperienza negli anni.
Un bambino corre verso di noi e ci avvisa che è
stato arrestato un ragazzino di 17 anni. Viene gettato a terra da 4 militari
armati e trascinato sull’asfalto come un agnello al macello. Non possiamo
intervenire, ci rendiamo conto che verremmo immediatamente arrestati e nessuno
racconterebbe l’ ennesima storia di ordinaria guerriglia dove i bambini per
l’ennesima volta si sono visti cavalcare il ruolo di piccoli eroi disarmati,
come narra la famosa leggenda di Davide contro Golia.
Si conclude così il bilancio di oggi nei pressi
di Betlemme il 27 Aprile 2017, 4 minori arrestati e almeno quindici persone
soccorse per i danni causati dai gas tossici, tra cui alcuni turisti.
I militari non si sono limitati ad attaccare il
corteo di protesta ma hanno invaso il villaggio adiacente arrestando così 7
persone di cui il maggior numero minori.
A Betunia vengono arrestate due persone, un
adulto e un bambino.