General

Due milioni di italiani sono affetti da dislessia, e spesso non lo sanno. Ora una legge tutela i loro diritti

3 Marzo 2017

I disturbi specifici dell’apprendimento interessano il 3 per cento della popolazione, eppure sono poco conosciuti. Mancate diagnosi e la paura dei pregiudizi portano a nascondere le difficoltà a scrivere, leggere o fare calcoli. Adesso una proposta di legge aiuta queste persone a trovare lavoro

Oltre due milioni di italiani soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento. In una parola, sono dislessici. È un fenomeno che riguarda almeno il 3 per cento della popolazione. Si tratta di un disturbo neurologico diffuso, eppure poco conosciuto. Quasi invisibile. Può interessare la decodifica del linguaggio scritto, la capacità di calcolo o quella di lettura. Alcuni dei soggetti interessati non sono neppure consapevoli della propria condizione. Molti altri cercano di nascondere le proprie difficoltà per paura dei pregiudizi connessi alla poca conoscenza del fenomeno.

Una proposta di legge appena depositata in Parlamento prova a rendere la vita più semplice alle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento). Il documento è stato presentato a Montecitorio dai deputati del Partito democratico Laura Coccia e Cesare Damiano, e prevede specifiche disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo e sociale degli italiani che convivono con questo disagio. È il secondo intervento normativo dopo la legge quadro sulla dislessia, approvata ormai sette anni fa, incentrata in particolare sul mondo della scuola.

Anzitutto alcune precisazioni. In Italia, nonostante la diffusione, il fenomeno è quasi sempre sconosciuto. «Vi è un errore di percezione e conoscenza – spiega la deputata dem nella proposta di legge – che porta a far coincidere la DSA semplicemente con la dislessia, ovvero con la difficoltà di comprensione nella lettura derivante dalla problematicità di associare i grafemi ai fonemi». In realtà questo è solo uno dei disturbi che possono essere diagnosticati. Le condizioni sono diverse e possono variare da individuo a individuo. «Queste persone – scrive Enrico Ghidoni, responsabile di Neuropsicologia clinica, Disturbi cognitivi e Dislessia nell’adulto presso l’arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia – hanno una particolare difficoltà nell’imparare a leggere, scrivere o fare calcoli, e questa caratteristica li accompagnerà per tutta la vita. Tuttavia molti di loro riusciranno a mettere in atto forme di compensazione e strategie per aggirare le difficoltà». La poca conoscenza genera spesso incomprensioni e pregiudizi. Eppure, continua il medico, «l’essere persone DSA non coinvolge l’intelligenza e le funzioni cognitive più complesse, che possono essere anche di livello superiore alla media, ma le difficoltà specifiche in ambiti funzionali così di base, come lettura e scrittura, espongono queste persone al rischio di commettere errori banali che sono causa di stigmatizzazioni negative».