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Arrivederci Roma, il centro della politica si sta spostando a Milano

29 Marzo 2017

Nella capitale economica stanno maturando alleanze e alchimie nazionali, ma senza i clamori di un tempo. I candidati alla segreteria Pd che corteggiano il sindaco Sala, il lavoro di Pisapia, gli strappi di Maroni, le allenze di Grillo. Con il solito Berlusconi che attende la rivincita

C’erano tempi, nemmeno troppo lontani, in cui i giornalisti politici andavano a nozze con Milano. Tutto quello che contava qualcosa a Roma passava nella capitale economica del Nord. La discesa in campo di Silvio Berlusconi, 1994. La concomitante sfida anti-centralista di Umberto Bossi, che una volta fatto il botto alle urne ha dovuto spostare il suo quartiere generale dalla piccola Varese a Milano. I due avevano litigato a distanza nelle piazze lombarde, poi si sono accomodati nel salotto di Arcore per stringere accordi. Seguirono colonne di ministri, sottosegretari e peones che non si potevano perdere un convegno o un’inaugurazione sotto la Madonnina, specie di lunedì e di sabato: tutti li invitavano e a tutti ammansivano la loro dichiarazione quotidiana su quel che accadeva a Roma. Arrivata l’austerità di Mario Monti, nel duro inverno della speculazione finanziaria del 2011, cambiavano i toni ma non del tutto la geografia: il professore abitava a Milano, e a Milano riceveva la gente che conta, conteso con meno successo da convegnisti e cronisti. Poi l’epoca del Pd al governo ha riportato tutto a Roma. E a Firenze. Ma Milano qualche anno dopo è tornata a essere uno snodo cruciale della politica italiana. Più silenzioso. Protetto da porte più discrete. Ma cruciale.