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Imprese non pagate, aria irrespirabile, fogne inesistenti. L’Europa ci multa (e ha ragione)

16 Febbraio 2017

La Pubblica Amministrazione che non paga le imprese, l’aria irrespirabile, le fogne che non esistono: ecco perché l’Europa, ogni anno, ci multa. Ecco perché quest’anno il conto potrebbe essere molto salato

500 milioni, euro più euro meno. Rischia di essere il prezzo annuale della nostra ferrea volontà di non rispettare le regole europee. O del nostro sovranismo cazzaro, se preferite. A questo, infatti, potrebbe ammontare il conto delle procedure d’infrazione che l’Europa ha aperto contro l’Italia. Sarebbe un piccolo record, a suo modo, per un Paese che già di suo batte – per distacco – in negligenza tutti gli altri ventisette membri dell’Unione.

Facciamo due conti: a oggi, risultano aperte ben 72 procedure d’infrazione nei confronti del Belpaese, 16 delle quali per il mancato rispetto di direttive ambientali. Peraltro, nel giro di sole ventiquattro ore si sono aggiunte quella per i tempi di pagamento delle imprese da parte della pubblica amministrazione, quella per il mancato rispetto della normative sulle acque reflue, e la seconda fase di quella per i valori fuori controllo di biossido di azoto nelle grandi città. Buon ultima, a marzo arriverà quella per il mancato rispetto di limiti di polveri sottili nell’aria.

Insomma, se pensavate che gli eurocrati se la prendessero solo con il nostro deficit, con le nostre spese allegre, o col diametro delle nostre vongole vi sbagliate di grosso. E forse il nostro problema con l’Europa sta tutto qua. Che in Italia abbiamo un concetto molto vago di regola e possiamo permetterci – meglio: lo Stato può permettersi – di fare il bello e il cattivo tempo. Oltralpe, ahinoi, carta canta.