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Triplica la vendita di armi italiane

di
Gianni Ballarini, 26 Maggio 2016.

Supera
gli 8 miliardi di euro il valore delle esportazioni: il 186% in più
rispetto al 2014. Le aziende del Belpaese hanno venduto molto, anche
nei paesi del sud del mondo. I dati in anteprima della Relazione
della presidenza del Consiglio.


L’esportazione di armi italiane nel
mondo segna un incremento del 186% rispetto al 2014. Dato clamoroso
che mostra come sia di cartapesta la retorica smerciata da chi si
lamenta che l’Italia delle armi è in declino.


L’anno scorso,
infatti, il valore globale delle licenze di esportazione definitiva
ha raggiunto gli
8.247.087.068
euro rispetto ai 2.884.007.752 del 2014. 

Un boom senza precedenti,
che il ministero degli esteri e della cooperazione (Maeci) ha cercato
di camuffare con un commento eufemistico: «Si è pertanto
consolidata la ripresa del settore Difesa a livello internazionale,
già iniziata nel 2014 e in linea con l’andamento crescente globale
del settore difesa nel 2015».
 

I dati sono contenuti nella
Relazione
sulle operazioni autorizzate di controllo
materiale
di armamento 2015
,
consegnata il 18 aprile scorso dal sottosegretario di stato alla
presidenza del consiglio dei ministri alle cinque commissioni
permanenti di Camera e Senato (affari costituzionali; affari esteri,
emigrazione; difesa; finanze e tesoro; industria, commercio,
turismo).


Crescita
esplosiva
 
Numeri che
confermano come la crescita del settore sia imponente ed “esplosiva”.
Le sole licenze di esportazione definitiva (esclusi quindi i gettiti
da intermediazione e dalle licenze globali di programma) hanno
raggiunto i
7.882.567.504
di euro
, rispetto ai
2.650.898.056 (
+197,4%)
del 2014. 
L’anno scorso, le autorizzazioni
definitive
all’export
sono state
2.775
contro le 1.879 del 2014 (+ 47,7%).
Percentuali che non lasciano
spazio a dubbi. 
A beneficiarne le
aziende
del settore
, con
Alenia Aermacchi, Agusta Westland, Ge Avio, Selex ES, Elettronica,
Oto Melara, Intermarine, Piaggio Aero Industries ai primi posti della
classifica come valore contrattuale delle operazioni autorizzate. La
maggior parte di queste aziende, come sempre, è di proprietà o è
partecipata dal gruppo
ex
Finmeccanica
, oggi
Leonardo.


I
paesi acquirenti
 
E a
chi spediamo questo massa enorme di armi? 
I flussi di esportazione si
sono orientati, più che in passato, verso i
paesi
Ue/Nato
: in
percentuale si è passati dal 55,7% del 2014 al 62,6% dell’anno
scorso. Poi l’Asia (dal 7,3% al 18,3%). Nordafrica e Medio Oriente
(sempre accorpati in queste statistiche) hanno raggiunto l’11,8%. E
se in percentuale il dato segnala un calo (28% nel 2014), in valori
assoluti quest’area del mondo è cresciuta dai 741 milioni del 2014
ai 931,2 del 2015.
 
In cima alla lista dei paesi
destinatari
 troviamo
la
Gran Bretagna, passata
da 306 milioni a 1,3 miliardi di euro. 
Due i paesi dai dati
sconcertanti:
Singapore
(al 6° posto) passato dall’ aver acquistato armi, nel 2014, per un
valore poco superiore al milione di euro, ai 381 milioni del 2015.
L’altro paese dalla crescita stupefacente è
Taiwan,
che da 1,4 milioni è salito a 258.
 
Tra i primi dieci paesi
troviamo, come nel 2014, gli
Emirati
arabi uniti
(che hanno
ricevuto materiale bellico per 304 milioni di euro, in linea con
l’anno precedente) e l’
Arabia
Saudita
(dai 163 milioni
a 258). Due paesi alla guida della coalizione arabo-africana in
conflitto nel vicino Yemen. A dimostrazione che i divieti imposti
dalla legge 185 del 1990 (non vendere armi a paesi in guerra) sono
carta straccia nella realtà.
 
Anche la Turchia
ha
più che raddoppiato
gli investimenti in armi italiane: 128,7 milioni a fronte dei 52,4
del 2014.


E
l’Africa?
 
Il dato
che spicca maggiormente è che per la prima volta la
regione
subsahariana
 supera
il Nordafrica
 nello
shopping armiero da aziende italiane:
152,9
milioni
contro gli 87,5
del 2014. Da considerare che due anni fa il dato dei paesi al sud del
Sahara era di poco inferiore ai 2 milioni. 
Il valore complessivo
dell’export nel continente supera nel 2015 i
240
milioni di euro
, contro i
96 del 2014. Il paese che ha fatto il balzo in avanti più
evidente è lo
Zambia
che da 0 è passato a 98,3 milioni. Se si considerano solo i
paesi
extra Ue/Nato
, Lusaka
si colloca all’11° posto, con un 3,34% complessivo della torta.
 
Da
evidenziare anche gli
acquisti
kenyani
: da 472mila euro
a oltre 25 milioni. 
Nel Nordafrica, cala
l’Algeria
(da 61,6
milioni di euro a 29,7 del 2015), ma
aumenta
consistentemente il
Marocco
(da 518mila a 19,7 milioni di euro). I buoni rapporti tra Italia ed
Egitto
si manifestano anche nel commercio di armi. Resta rilevante, infatti,
la vendita a il Cairo: 37,6 milioni, quando erano 31,7 nel 2014. Alla
faccia del regime e delle violenze praticate nel paese.





FONTE: Nigrizia