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Sudafrica, Israele e Palestina: la storia dietro una statua di Mandela

20 Maggio 2016. 

Una
statua di 6 metri in metallo che raffigura Nelson Mandela forse nella
sua posa più nota, pugno chiuso alzato al cielo e largo sorriso, è
stata inaugurata dal Presidente dell’Autorità nazionale
palestinese Abu Mazen a Ramallah, capitale amministrativa della
Cisgiordania. 
Alla
cerimonia hanno partecipato diversi esponenti della leadership
palestinese, la rappresentanza consolare sudafricana nei Territori,
il sindaco di Johannesburg, città gemellata con Ramallah.

«Oggi – ha detto
in un messaggio inviato dal Premier palestinese Rami Hamadallah al
popolo sudafricano in occasione dell’apertura delle celebrazioni
della “Giornata della Libertà” che ricorda la fine
dell’apartheid – onoriamo Nelson Mandela e condividiamo la gioia
dei nostri fratelli e sorelle in Sudafrica. La vostra vittoria contro
l’oppressione e la persecuzione ci dà ispirazione». 

Il
sindaco di Ramallah Musa Hadid nella cerimonia ha sottolineato che
«Nelson Mandela ha offerto un modello di lotta e libertà cui il
popolo palestinese si è fortemente ispirato».

Nell’occasione
è stato mostrato il video dello storico incontro tra Yasser Arafat e
l’allora appena eletto Nelson Mandela, che decise di recarsi in
Palestina come prima visita ufficiale. 

I
rapporti tra African national congress e l’Organizzazione per la
liberazione della Palestina sono storici e risalgono ai tempi in cui
l’Anc lottava contro il regime segregazionista e l’Olp era
impegnata nella lotta (mai conclusa) contro il Governo israeliano.

Una
lotta che procedeva parallelamente a un’alleanza storico-strategica
tra l’allora Governo di Pretoria e quello di Tel Aviv. Se infatti è
vero che negli anni Cinquanta e Sessanta, Israele aveva condannato il
regime segregazionista sudafricano, è anche vero che negli anni
Settanta ci fu una collabrorazione tra i due Paesi. Dopo la guerra
del Kippur (1973) molti Stati africani ruppero le relazioni con
Israele che, da parte sua, si avvicinò al regime razzista
sudafricano fino a invitare nel 1976 il Premier John Vorster
(nella
foto al Muro del Pianto)
che
fu accolto con tutti gli onori dal Premier laburista Yitzhak
Rabin. 

Questa
visita spalancò le porte a una forte collaborazione in campo
militare. 

Capitali
sudafricani finanziarono infatti i programmi di riarmo di Israele. In
particolare in campo nucleare. 

In
entrambi i Paesi infatti furono sviluppati arsenali atomici che però
il Sudafrica decise di smantellare non appena l’Anc prese il
potere. E proprio l’Anc raffreddò anche i rapporti con Israele
mettendo una pietra sopra la collaborazione militare.

FONTE: Africarivista