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Ma domani è un altro giorno.

di
Redazione Italia, 20 Maggio
2016

Commento di Bushra
Al Said


Ho sognato le
bombe.
Ho sognato le grida, la paura negli occhi e i punti
interrogativi sui volti.
Tra le pareti cadenti e gli edifici
demoliti si rannicchiavano bambini in cerca di riparo. Annaspavo e
correvo cercando protezione e loro mi guardavano terrorizzati.

Il
rumore delle bombe era assordante.
 

Avevo
il compito di indicar loro i vari nascondigli, ma i missili
continuavano a cadere e le anime si libravano in cielo. Non ce
l’avrei fatta a proteggerli tutti, non riuscivo.
Dalla mia
postazione vedevo le testoline girate dalla mia parte e i loro occhi
che frugavano in cerca di una risposta. “Dove andiamo ora? Che
facciamo?”
Ho sognato, ma esiste.

Buio
pesto nella mia stanza.
 

Ho
il respiro pesante, lo sguardo perso.
Vedo
occhi sbarrati puntati su di me in attesa di indicazioni. 

Mi
rigiro tra le coperte, ho le ossa stanche.
Li
sento quei muri spogli. Parlano. In quelle città che sembrano ora
abbandonate, il sibilo dei missili si sente ancora, il vento tra le
finestre in frantumi grida e i bambini indossano fucili adesso,
rivendicano la loro infanzia che poteva essere. 
Ma
se chiudo gli occhi li sento, il peluche sotto le macerie, e i quadri
rotti narrano storie di un tempo sbiadito. 

Tempo
in cui gli aquiloni si libravano alti nel cielo azzurro.

Numeri
e cifre insignificanti. 
Date,
orari, morti, feriti, età, dispersi, rifugiati. 
L’abbiamo
sempre studiata così. 
Sui
libri vi sono elenchi infiniti delle varie tappe salienti di ogni
guerra. 
Ma
ci interessano davvero?
Queste guerre che non conoscono grazia e
pietà, massacri legali consentiti e voluti da massacri legali
consentiti che non devono render conto di niente e a nessuno.


Nonostante
tutto, però, le onde sovrastano lo stesso gli scogli. 
Se
non riescono a sorpassarli tornano indietro e ripartono con piú
rabbia. 
Non
si abbattono, anche se poche gocce vanno oltre, fin quando l’intera
onda non sovrasta quegli scogli che alle volte appaiono immensi.

È
così che mi sento oggi, ma domani è un altro giorno.