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Mozambico, riprendono gli scontri. Centinaia di profughi in Malawi.

di africarivista, 04
Aprile 2016
 

profughi mozambicani in malawi
Il
Mozambico sta precipitando nuovamente nella spirale della violenza? 
Per il momento gli scontri tra i miliziani del movimento di
opposizione Renamo
e le forze dell’ordine si sono limitati ad
alcuni attacchi ad avamposti governativi seguiti da rappresaglie di
polizia ed esercito. Il rischio che la situazione deflagri è però
reale.
Il
Paese ha vissuto una durissima guerra civile dal 1976 (anno
successivo all’indipendenza dal Portogallo) e il 1992. Un conflitto
che si inseriva nel più ampio scontro tra il blocco occidentale
(guidato dagli Stati Uniti) e quello comunista (sostenuto dall’Unione
sovietica). Washington (ma anche Sudafrica e Portogallo) sosteneva
apertamente la Renamo. 
Mentre Mosca supportava il Frelimo di Samora
Machel. 
La lotta è stata durissima (è ha causato un milione di
vittie e migliaia di rifugiati) ed è cessata solo agli inizi degli
anni Novanta grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio
e del Governo italiano (che invierà anche un contingente militare a
proteggere lo strategico corridoio di Beira).
Da quel
momento il Paese ha conosciuto un crescente sviluppo economico che,
recentemente, è stato favorito anche dalla scoperta di grandi
giacimenti di idrocarburi offshore. Dal punto di vista politico, la
Frelimo (che da partito che si ispirava ai principi del socialismo
reale è diventato una formazione liberista) ha dominato la scena di
questi ultimi 26 anni. La Renamo è rimasta confinata all’opposizione
ed esclusa dal potere. 
Il risentimento covato in questi ultimi anni
da parte della Renamo (sfociato nelle accuse di brogli nelle elezioni
presidenziali del 2014) ha portato a una radicalizzazione dello
scontro e alla ripresa del conflitto. Lo stesso leader Afonso
Dhlakama
sarebbe tornato a vivere nel bush da dove dirigerebbe le
operazioni militari della Renamo.
Gli scontri
hanno causato centinaia di profughi mozambicani che stanno fuggendo
nel vicino Malawi per sfuggire ai combattimenti. La maggior parte di
essi si è rifugiata nel campo profughi di Kapise. L’afflusso dei
profughi aggrava la già delicata situzione economica del Malawi,
Paese che sta affrontando una delle peggiori siccità della storia.
I
funzionari dell’Acnur, l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati,
stanno pensando di creare un altro campo per evitare il
sovraffollamento del sito di Kapise e il Programma alimentare
mondiale ha inviato 240 tonnellate di vari prodotti alimentari, nel
tentativo di prevenire la malnutrizione.