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Migranti, siriani e afghani via dal Pireo: i turisti non vanno scioccati

di Roberta Zunini, ilfattoquotidiano, 21 Aprile 2016. 

All’interno del porto del Pireo, ad Atene, i 3.500 profughi
che vivono negli hangar e negli spazi esterni messi a disposizione
dall’Autorità portuale, non sanno davvero cosa fare. 

Ovvero, se
accettare di salire sui bus dell’esercito greco – vuoti da giorni – per
andare nel nuovo campo di Skaramagas (20 chilometri dalla Capitale),
dove li attendono container prefabbricati e alcune organizzazioni umanitarie
che, con i soldati, distribuiranno loro cibo e vestiti e li cureranno. 

Ieri hanno accettato volontariamente di lasciare le proprie tende
sull’asfalto incandescente circa 500 profughi di varie nazionalità.

Il campo di Skaramagas però ha una capienza massima
di 2.500 posti. Finora sono state portate 1.570 persone, compresi i
cinquecento di ieri. Al Pireo rimangono quindi 2.200 persone. 

Ma il
pressing del governo greco, che non vuole offrire alla vista dei turisti,
in arrivo per le vacanze pasquali (la Pasqua ortodossa quest’anno cade
il 1° maggio, ndr), questa tendopoli di disperati sta aumentando di
giorno in giorno. 

In tutta la Grecia sono stati allestiti decine e decine di campi visto che nel paese languono 50 mila profughi.




Il caldo è scoppiato improvviso in tutta la Grecia, e il fango di Idomeni (al
confine con la Repubblica macedone) si è subito trasformato in polvere
negli occhi delle centinaia di piccoli profughi bloccati in questo
limbo. Bambini che l’Europa sta provando a nascondere sotto il tappeto
dell’indifferenza come si fa con i granelli di terra che li fanno
piangere dal bruciore nel cuore della notte. 

Le madri invece piangono
per il timore che accada una nuova rissa nell’ennesima notte di tensione tra profughi siriani e afgani. 

Ci sono ancora 11 mila persone qui che non sanno cosa fare o dove andare, perchè il filo spinato eretto dalla Macedonia non verrà aperto.