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Le antiprincipesse argentine conquistano le fiabe per bambini

Di Giulia de Luca, pangeanews, 12 Aprile 2016

Maghi, castelli, lunghe trecce e
dragoni non funzionano più per i bimbi d’oggi e per i genitori che
li vogliono preparare a un mondo in cui gli eroi non devono per forza
essere maschi, né le principesse cadere tra loro braccia.

E
se il principe non fosse mai arrivato, che avrebbe fatto Biancaneve? 

Sarebbe rimasta con il pezzo di mela in gola? 
O avrebbe cercato di
sputare la mela, recuperare (forse) il principe perso nel cammino e
intestarsi la proprietà del castello, finalmente libero dalla
matrigna? 

L’incanto delle favole è immortale, e vale sempre la
pena sperare in un momento da principessa e da principe. 

Però,
quanto abbiano davvero in comune le principesse classiche,
chiuse in freddi castelli di paesi lontani, con i bambini del XXI
secolo, è un’altra storia. Precisamente, la storia di una ragazza,
Nadia Fink, nata a Buenos Aires, madre a 17 anni, maestra d’asilo
e, più avanti, quando sua figlia Lara aveva già 9 anni,
organizzatrice di corsi di letteratura infantile per bambini.

Un giorno Nadia comincia a lavorare
come correttrice di bozze per Sudestada, una rivista mensile nata nel
2001, nell’immediato dopo-crisi argentino, e le viene proposto
di scrivere un articolo. Emozionata e preoccupata, studia a fondo il
personaggio: la pittrice messicana Frida Kahlo. Una donna che passò
gran parte della sua vita obbligata a letto e, nonostante
questo, capace di segnare la storia dell’arte e del
Messico. A quell’articolo ne seguirono altri, spesso centrati su
grandi personaggi femminili dell’America Latina. 

Ma fu durante una
chiacchierata tra amici che si presentò l’idea di creare le
“Antiprincesas”, letteralmente, le anti-principesse, una collana
di libri per bambini, maschi e femmine, che raccontasse la luce, le
ombre, gli amori e le difficoltà di grandi donne, realmente
esistite. Solo che bisognava riuscire a rendere accessibili ai
bambini dei racconti intensi, fatti anche di eventi che poco hanno a
che vedere con l’infanzia, senza mentire. 

Nadia ci è riuscita.
«Forse è perché la relazione con l’infanzia mi ha accompagnato
da quando io stessa ne sono uscita», racconta sorridendo. 

Ma ci
tiene a sottolineare anche che «l’incontro con Pitu,
l’illustratore dei libri, è stato fondamentale per dare vita
all’idea, i suoi disegni sono meravigliosi e parlano con il
linguaggio visivo di oggi. I bambini ormai sono abituati a molti
stimoli e se noi gli diamo un testo stampato su un foglio bianco è
probabile che perdano presto interesse».

I libri invece, grazie anche
all’inventiva di Martin, afferma Nadia, sono stati concepiti come
se fossero delle piccole finestre aperte su uno schermo, pieni di
colori, di attività che si possono fare a libro finito, spunti da
approfondire e personaggi curiosi. 

Come il “cane domandone” di
Frida, che nel mezzo del racconto fa «quelle domande che fanno i
bambini mentre stai raccontando loro qualcosa», afferma Nadia. 

E
infatti, mentre il libro narra di come Frida fosse costretta a stare
a letto, il cane domandone chiede «E non si annoiava?». 

Nella
risposta c’è il grande amore della madre di Frida che, pur non
condividendo lo spirito ribelle della figlia (appoggiato invece dal
padre), le costruisce un cavalletto vicino al letto affinché potesse
dipingere. 

I libri sono una coedizione delle case
editrici Chirimbote e Sudestada, piccole realtà emozionate e quasi
spaventate da questo successo improvviso. 

Nelle edicole affermano che
le antiprincesas si vendono e sempre più genitori le chiedono per i
loro bambini, maschi o femmine. Per ora ne sono uscite due: la prima
antiprincesa è stata, appunto, Frida Kahlo. 

Poi è arrivata la
cilena Violetta Parra, una cantante che viaggiò per i luoghi più
remoti del Cile con la chitarra in spalla per cercare tutte quelle
canzoni popolari che altrimenti sarebbero andate perse. 

Nata povera,
Violetta imparò da sola a suonare vari strumenti e lasciò
un’eredità così amata nel suo paese che, alla sua morte, il poeta
Pablo Neruda le dedicò un poema.

Tra poco uscirà la terza
antiprincesa, Juana Azurduy, una guerriera boliviana della metà
dell’800 (quando la Bolivia era ancora l’Alto Perù) che andò a
combattere contro la Spagna, nonostante non le permettessero di usare
l’uniforme. 

E poi arriverà l’antiprincesa argentina. 
Non ci sono
indiscrezioni su chi sarà, però è sicuro che non sarà Eva Perón.