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Gli zapatisti stanno con i maestr@s

di Subcomandante Galeano, 29 giugno 2016.



In un documento intitolato “Appunti sulla guerra contro la resistenza del magistero” (L’Ora del Poliziotto 3), tratto dal Quaderno degli appunti del Gatto-cane, che firma come Miau-Guau, il Subcomandante Galeano, già Marcos, racconta che sono ogni giorno di più le famiglie che aiutano i maestr@s,
li appoggiano nei viaggi e nelle manifestazioni, si preoccupano quando
sono aggrediti, offrono loro da mangiare, da bere e un rifugio.


“Almeno in Chiapas, quelli di sopra stanno perdendo la guerra
mediatica”, perché “abbiamo visto famiglie intere, nelle campagne e
nelle città, appoggiare il magistero” che, dal 15 maggio, è in sciopero
per chiedere al governo federale di abrogare la riforma educativa e
aprire un tavolo di dialogo nazionale con la Coordinadora Nacional de
Trabajadores de la Educacion (CNTE).



Galeano sostiene che, a quanto sembra, la gigantesca campagna mediatica contro la resistenza dei maestr@s è fallita,
visto che “il movimento di resistenza contro la riforma educativa si è
trasformato in uno specchio per sempre più “gente-gente (vale a dire,
non le organizzazioni sociali e politiche ma la gente comune)”. 

A
distanza di tre anni dal varo della presunta riforma educativa,
aggiunge, il ministro Aurelio Nuño Mayer non può ancora portare alcun
argomento educativo, neppure minimo, a favore del suo programma di
“tagli sul personale” e fino ad ora i suoi discorsi sono stati gli
stessi di qualsiasi capataz all’epoca di Porfirio Diaz: “Grida
isteriche, botte, minacce, licenziamenti, incarcerazioni”. Gli stessi,
precisa il Sup, che impiegherebbe qualsiasi grigio e triste aspirante
poliziotto postmoderno.



Quelle che stanno appoggiando la protesta dei maestr@s, aggiunge
Galeano, sono famiglie che “secondo la tassonomia della sinistra
elettorale, sarebbero ‘abbrutite’ dalla televisione, ‘sono come
soprammobili’, ‘alienate’, ‘senza alcuna coscienza’. Quel che sta accadendo, invece, sembra il frutto di un risveglio collettivo di emergenza di fronte alla tragedia che arriva. 

Come se ogni manganellata, ogni lacrimogeno, ogni proiettile di gomma,
ogni arresto potessero parlare in modo eloquente: “Oggi colpisco lei,
poi lui, domani toccherà a te”.  Sarà per questo che si vede tanta
solidarietà con la causa e la lotta.

Poi Galeano ha squadernato un lungo elenco di interrogativi: “Perché un movimento che è stato tanto ferocemente attaccato da ogni fronte continua a crescere? Perché se sono così ‘vandali’, ‘sfaticati’, ‘terroristi’, corrotti’, ‘nemici del progresso’ trovano simpatie in tanta gente de abajo, non poca tra la classe media e perfino in alcuni di quelli de arriba?
I maestr@s della CNTE, ricorda, sono già stati picchiati, repressi con i
gas, imprigionati, minacciati, licenziati con pretesti e fatti oggetto
di calunnia. 

A Città del Messico è stato di fatto decretato lo stato d’assedio.
Che succederà ora? 

Li faranno sparire? Li ammazzeranno? Sul serio? 
La
riforma educativa nascerà sul sangue e i cadaveri delle insegnanti e
degli insegnanti? 

I maestri verranno sostuiti da polizia e militari? I blocchi stradali della protesta lasceranno il posto ai carri armati e alle baionette?“.


Ancor prima che il governo annunciasse il provocatorio arresto di Juan José Ortega, ex leader della CNTE dello stato del Michoacan,
quello che – con altre spoglie – è stato per molti anni il comandante
militare dell’Ezln, ha detto: “Lezioni sul terrorismo per il ministro
Nuño. Prendere degli ostaggi (di questo si tratta per la detenzione di
membri della direzione del CNTE), in qualsiasi terrorismo (quello dello
Stato e quello dei suoi specchi fondamentalisti) è una risorsa per
forzare un dialogo, un negoziato. Non sappiamo se lassù se ne sono resi
conto oppure no ma risulta che è la controparte (il magistero) che cerca
il dialogo e il negoziato. 

Oppure la SEP (il ministero dell’educazione pubblica) si è affiliato all’Isis e prende ostaggi solo per seminare il terrore?”.


Per concludere con la consueta sottile ironia che ha sempre segnato i
suoi interventi, Galeano ha detto: noi zapatisti non sappiamo molto di
mezzi di comunicazione ma la nostra umile opinione è che “non è
un buon affare mettere alla guida di una campagna mediatica di una
sfacciata privatizzazione un caposquadra triste e grigio che vuole fare
il poliziotto
“.

FONTE: Comune-info.net