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DOCUMENTI RIVELANO CHE L’FBI HA APERTO INDAGINI PER TERRORISMO contro ISM – GRUPPO NON VIOLENTO DI SOLIDARIETÀ CON LA PALESTINA

07/04/2020 DI INVICTA PALESTINA
«Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione; o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti.»

Di Chip Gibbons – 5 Aprile 2020
Nel 2006, L’attivista e accademico Mark Chmiel di St. Louis ha ricevuto un messaggio sulla sua segreteria dal Federal Bureau of Investigation. L’FBI voleva parlare con Chmiel del viaggio al quale partecipò tre anni, prima insieme ad altri attivisti di St. Louis con il Movimento internazionale di solidarietà, in Cisgiordania, nei territori palestinesi occupati da Israele. Quando l’avvocato di Chmiel ha contattato l’FBI, non hanno risposto.
Chmiel in seguito dichiarò di essere stato motivato a recarsi in Cisgiordania dalle richieste dei volontari per l’incapacità delle organizzazioni internazionali di affrontare l’occupazione e per la complicità del suo paese nelle azioni di Israele.
L’International Solidarity Movement, o ISM, col quale Chmiel era partito, incoraggia i volontari internazionali a recarsi nei territori occupati e a impegnarsi in azioni dirette non violente contro l’occupazione. Durante il viaggio della delegazione di Chmiel, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco su una protesta palestinese e ferito uno degli attivisti di St. Louis. Un sopravvissuto all’Olocausto che faceva parte della delegazione fu sottoposto a una perquisizione umiliante e invasiva quando è ripartito da Israele.
Queste privazioni dei diritti vissute dagli americani per mano delle autorità israeliane, tuttavia, non era ciò che interessava all’FBI, che invece stava conducendo un’indagine internazionale per terrorismo su Chmiel e un altro attivista della delegazione (The Interccept ha contattato il secondo attivista, che ha chiesto che il suo nome non fosse rivelato)
Né Chmiel né la collettività in generale hanno mai appreso delle indagini ufficiali sul terrorismo fino ad ora. La loro esistenza è stata rivelata da centinaia di pagine di file dell’FBI sul Movimento Internazionale di Solidarietà ottenuti da The Intercept attraverso una richiesta di accesso pubblico ai registri. I documenti fanno riferimento ad altre indagini degli uffici territoriali dell’FBI in tutto il paese che coinvolgono l’ISM o i suoi membri, ma molti file sono così pesantemente censurati che è impossibile dire a cosa si riferiscano. In almeno alcuni casi, l’FBI sembra monitorare l’attività politica dei membri dell’ISM o almeno associare l’affiliazione dell’ISM a soggetti monitorati dall’FBI.
È chiaro, tuttavia, che l’FBI ha condotto almeno due importanti indagini sull’ISM. Oltre all’indagine per terrorismo internazionale sui due attivisti di St. Louis, l’ufficio territoriale dell’FBI di Los Angeles ha avviato un’indagine di sicurezza interna sull’ISM come organizzazione.
Dai documenti si può desumere che nessun di queste indagini abbia mai comportato accuse penali. Invece, i documenti rivelano indagini ramificate che coinvolgono gli uffici territoriali dell’FBI in più stati e le sedi nazionali, nonché le forze dell’ordine locali. Gli agenti dell’FBI hanno fatto ricorso non solo a informatori confidenziali e alla sorveglianza fisica, ma anche a un’unità speciale, coinvolta in alcuni scandali, formata inseguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre e che ha avuto accesso ai tabulati telefonici di almeno un attivista. In entrambe le indagini, l’FBI ha fatto affidamento abbondantemente su pubblicazioni faziosamente destrorse che avanzano fantasiose affermazioni di discutibile veridicità.
Le indagini, mostrano i documenti, analizzano un’ampio spettro di ricerca. Altri gruppi che hanno fatto opposizione non violenta all’occupazione israeliana dei territori palestinesi sono stati classificati come associati all’ISM; i loro membri del consiglio di amministrazione e altri affiliati erano elencati nei documenti semplicemente a causa di una consultazione di associazioni connesse al gruppo oggetto dell’indagine.
In tutti i documenti, le credenze politiche dei membri dell’ISM e di altri attivisti della solidarietà palestinese sono state trattate come se fossero sinonimo di terrorismo. L’approccio è in linea con la tradizione dell’FBI nell’uso della sua intelligence e dei poteri di sicurezza nazionale per tracciare il dissenso interno.
“Questi casi dimostrano la riluttanza dell’FBI a distinguere la disobbedienza civile non violenta che protesta contro la politica del governo, dal terrorismo”, ha detto a Intercept Michael Michael, ex agente dell’FBI e attuale collaboratore del Centro di giustizia di Brennan, che ha esaminato i documenti. La prima indagine di Los Angeles, “mostra che l’FBI non segue nemmeno le proprie regole nell’aprire le Indagini sulle associazioni terroristiche.” E la seconda indagine, a St. Louis, “mostra l’uso da parte dell’FBI di strumenti progettati per colpire nemici stranieri contro gli americani che esercitano i loro diritti garantiti dal Primo Emendamento”.
I documenti ottenuti da The Intercept sono stati rilasciati in seguito a una richiesta del Freedom of Information Act presentata nel febbraio 2015. L’FBI, tuttavia, ha iniziato a consegnare i file solo nell’autunno del 2019 dopo un contenzioso. Mentre l’FBI sostiene di aver elaborato esclusivamente i documenti in suo possesso, afferma di aver individuato altri documenti prodotti da altre agenzie governative, o che le citano, rifiutando però di rilasciarli. (I file fanno anche riferimento a un’indagine precedente separata, con sede a Los Angeles, verso quattro singole persone anziché dell’ISM come organizzazione. Nonostante le allusioni a questa indagine nei documenti inviati dall’FBI in risposta alla richiesta FOIA di The Interccept, nel materiale rilasciato non è stato incluso alcun documento proveniente direttamente dall’inchiesta.)
Per i membri dell’ISM, l’episodio è una visione surreale delle priorità della principale agenzia di intelligence e interna americana. “Il fatto che l’ISM fosse sottoposto a questo tipo di indagini approfondite è ridicolo e rappresenta un completo spreco del denaro dei contribuenti”, ha dichiarato a The Intercept la co-fondatrice di ISM Huwaida Arraf.
“L’ISM è sempre stata aperta e trasparente su chi siamo, cosa facciamo e ciò che rappresentiamo e che dovrebbe essere ciò che questo paese rappresenta: libertà e diritti umani”.
Nel marzo 2004, l’ufficio territoriale dell’FBI di St. Louis ha avviato una sua indagine internazionale sul terrorismo contro due attivisti locali dell’ISM. Nonostante abbia trascorso due anni a indagare su entrambi, l’FBI alla fine concluse che nessuno di loro aveva infranto alcuna legge degli Stati Uniti o messo in pericolo la sicurezza nazionale. Le note scritte a mano scarabocchiate ai margini di entrambi i fascicoli dell’FBI recitano “nessuna traccia, nessuna prova”. L’FBI ha concluso che i due erano solo attivisti filo-palestinesi.
Non è chiaro perché l’FBI sospettasse che gli attivisti fossero colpevoli di qualcosa di diverso dall’attività protetta dal Primo Emendamento. Il ragionamento formulato per l’indagine è che i due erano membri dell’ISM e che viaggiavano nei territori palestinesi occupati con il gruppo. Eppure i documenti indicano che più attivisti di St. Louis hanno partecipato a una delegazione ISM nei territori palestinesi; il motivo per cui solo i due sono stati indagati non è mai stato spiegato.
Questa partecipazione con l’ISM sembra essere stata sufficiente per giustificare l’indagine. Gli agenti dell’FBI locale avevano incontrato un “informatore” di “dubbia credibilità” che li informava sull’ISM. Gli agenti hanno seguito la ricerca dell’ISM nel sistema di casi automatizzato dell’FBI, che era un sistema elettronico utilizzato per conservare i file relativi alle attività investigative, di intelligence e amministrative dell’FBI. Qualunque documentazione trovassero, gli agenti descrissero la ricerca come “superficiale”, e li portò a collegare l’ISM ad Hamas, il gruppo islamico di resistenza palestinese che è classificato come un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, ma i collegamenti si basavano su cavilli: gli agenti riferivano che “alcune persone che affermano di essere affiliate all’ISM sono sospettate di lealtà o simpatia con Hamas o altri gruppi filo-palestinesi più radicali. L’ISM afferma di essere un movimento pacifico che utilizza tattiche di protesta nonviolente per l’azione diretta ad allontanare Israele dalle aree palestinesi”.
Basandosi su questa presunta affiliazione di alcuni individui non nominati all’interno del cerchio dell’ISM con i terroristi internazionali, così come i presunti legami con gli anarchici locali, l’Ufficio territoriale di St. Louis si è incaricato di investigare sui due attivisti per “valutare eventuali legami con il terrorismo”, e avviare un’indagine per associazione terroristica.
Nonostante non abbia fornito prove reali di alcuna irregolarità, l’FBI è stato in grado di recuperare i tabulati telefonici di almeno uno dei due attivisti. Secondo i documenti ottenuti da The Intercept, l’Unità di analisi delle comunicazioni dell’FBI ha elaborato i tabulati telefonici di Chmiel e ha scoperto che “un numero di telefono nell’analisi della CAU del telefono di Chmiel era collegato a un caso classificato dalla CIA top secret “.
L’Unità di analisi delle comunicazioni dell’FBI, istituita dopo gli attacchi dell’11 settembre a supporto delle indagini sul terrorismo attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, è stata pesantemente criticata durante questo periodo dall’Ufficio dell’ispettore generale per aver ottenuto i tabulati telefonici senza aver prima ricevuto un mandato da parte di un giudice o ciò che è noto come lettera per la sicurezza nazionale.
Non è noto come l’Unità di analisi delle comunicazioni abbia ottenuto i tabulati telefonici di Chmiel o quale giustificazione sia stata fornita. Nel documento che menzionava i collegamenti al caso della CIA, il paragrafo precedente menzionava una citazione del Gran Giurì, ma le parti censurate rendono impossibile sapere a cosa si riferiva la citazione. (Il secondo fascicolo dell’attivista contiene anche un riferimento censurato a un mandato di comparizione del Gran Giurì). Il documento riferisce che L’FBI non è mai stato un destinatario previsto del cablogramma della CIA e la CIA si è rivelata lenta nel condividere i suoi contenuti con l’FBI.
Mentre la CIA viene usata per rimandare la chiusura del caso di uno degli attivisti anche dopo che l’altro caso era stato chiuso, alla fine gli agenti cedettero. “Per questo motivo non si ritiene possibile un ulteriore ritardo di questa comunicazione di chiusura”, afferma il documento, facendo riferimento al caso interno che terminerebbe ufficialmente l’indagine. Il caso è stato chiuso il 21 Marzo 2006.
L’indagine di Los Angeles
Solo tre mesi dopo l’apertura dell’indagine di St. Louis, l’ufficio territoriale dell’FBI di Los Angeles lanciò la propria indagine sull’ISM. Questa volta, è stata una cosiddetta indagine per associazione terroristica che sarebbe durata fino al 2005, un tipo di indagine riservata ai gruppi che cercano un cambiamento politico o sociale attraverso la violenza o la forza.
In tutti i documenti relativi all’indagine, l’FBI ha nuovamente confuso le convinzioni politiche con il terrorismo. Secondo i documenti dell’FBI che delineano la giustificazione dell’indagine, la “predisposizione alla filosofia anticapitalista e anti-globalista” dei membri dell’ISM -un apparente riferimento al movimento anti-globalizzazione- “unita alla loro visione comprensiva della causa palestinese suscita la preoccupazione che i membri dell’ISM possano essere direttamente, indirettamente o volutamente, organizzatori di atti terroristici”.
In base ai documenti, come parte della loro indagine, l’ufficio dell’FBI di Los Angeles ha usato informazioni riservate, articoli diffusi da un sito Web estremista e monitorato gli arresti locali dei membri dell’ISM per disobbedienza civile. Durante la monitorizzazione di “dirigenti e associati di alto profilo dell’ISM”, l’FBI si è preso cura di annotare la nazionalità e la professione religiosa degli attivisti, registrando che alcuni individui erano “palestinesi”, “palestinesi-americani” o “di origini ebraiche”.
Nonostante le oscure giustificazioni, le informazioni sull’indagine si fecero strada tra le agenzie federali e locali. I documenti evidenziano come, sebbene sia stato l’ufficio territoriale di Los Angeles ad avviare l’indagine, i funzionari del quartier generale dell’FBI a Washington, DC, ne erano entrambi a conoscenza e favorevoli.
Nel novembre 2004, un’unità antiterrorismo dell’FBI ha programmato una conferenza presso la sede centrale per “valutare l’attuale attività investigativa complessiva, condividere l’intelligence e coordinare e pianificare la strategia per le future indagini sull’ISM”. L’unità antiterrorismo con sede a Washington ha richiesto agli uffici di Los Angeles, San Francisco, Dallas e Texas di inviare tutti i rappresentanti alla riunione. Dai documenti rilasciati dall’FBI non è chiaro se l’incontro abbia avuto luogo o cosa ne sia venuto fuori. Molti dettagli della riunione sono censurati nei documenti dell’FBI, tra cui un punto interamente censurato che gli agenti devono rispettare, come parte dell’indagine.
L’FBI ha inviato informazioni sullo scopo della riunione alle sedi diplomatiche”- come previsto dalla normativa per gli uffici dell’FBI di stanza nelle ambasciate all’estero. L’FBI ha 63 di questi uffici all’estero, incluso un ufficio a Tel Aviv che copre Israele e i territori palestinesi. La sede diplomatica relativa alla riunione sull’ISM è stata censurata sulla base del fatto che il rilascio di tali informazioni ” avrebbe rivelato tecniche e procedure per indagini o procedimenti giudiziari”- sebbene tali informazioni non siano state naturalmente rimosse dai documenti resi pubblici.
Nella sua dichiarazione a The Intercept, Arraf, co-fondatrice dell’ISM, ha osservato che l’ISM era spesso in contatto con gli avamposti diplomatici in Medio Oriente. “Nel territorio palestinese occupato”, ha detto, “eravamo, e continuiamo ad essere, in contatto con ambasciate e consolati, compreso quello degli Stati Uniti”.
L’indagine di Los Angeles sull’ISM ha toccato anche altri uffici oltre a quelli della riunione di Washington. Durante le indagini, agenti a Chicago; Springfield, Illinois; Boston; Minneapolis; Atlanta; Richmond, Virginia; Cleveland; Houston; San Francisco; e altrove tutti seguivano le indicazioni, raccoglievano prove e in qualche caso conducevano una sorveglianza fisica, spesso aiutati dalla polizia locale.
Quattro mesi dopo l’apertura dell’indagine, i fascicoli dell’FBI menzionano per la prima volta che l’indagine era incentrata sulla convinzione che i membri dell’ISM stessero “cospirando per violare le leggi sulla neutralità attraverso azioni dirette contro il governo israeliano e la sua occupazione in Palestina e per commettere altri atti criminali negli Stati Uniti”
Questa invocazione del Neutrality Act nelle indagini di Los Angeles è un esempio della controversa metodologia di applicazione selettiva della legge. Inizialmente approvata nel 1794 per vietare ai privati cittadini ​​di intraprendere spedizioni militari contro le nazioni con cui gli Stati Uniti sono in pace, la legge rimane in vigore ed è stata applicata di recente solo nel 2016. Tuttavia, non è stata applicata in modo neutrale. In modo controverso, il governo degli Stati Uniti ha rifiutato di applicare la legge all’invasione della Baia dei Porci di Cuba nel 1961 o della guerra contro i Contras degli anni ’80 per rovesciare il governo sandinista del Nicaragua. I tentativi di annullare le condanne per atti di neutralità basati sulla palese applicazione selettiva della legge, tuttavia, sono stati respinti dai tribunali.
L’uso contorto, fatto dall’FBI, di questa legge per giustificare le indagini sulle azioni politiche non violente a sostegno dei diritti umani palestinesi è in linea con questa metodologia di applicazione selettiva politicamente comoda.
L’ampia rete
L’indagine dell’FBI a Los Angeles si basava anche sull’affermazione secondo cui gli attivisti dell’ISM “hanno mostrato una esplicita associazione con organizzazioni terroristiche straniere, come Hamas, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e attivisti della Jihad islamica”, riferendosi a una serie di gruppi armati palestinesi considerati terroristi dagli Stati Uniti e da Israele. Come giustificazione per l’indagine di Los Angeles, sono state considerate anche associazioni con gruppi nazionali: il fascicolo del caso cita il presunto collegamento dell’ISM con la Ruckus Society, un gruppo della società civile che condivide competenze sui principi dell’azione diretta nonviolenta.
Un documento del 13 dicembre 2004 afferma che la stessa Ruckus Society è “attualmente oggetto di un’indagine per associazione terroristica a San Francisco”. I documenti dell’FBI identificano la Ruckus Society come un gruppo “anarchico”, usando spesso indifferentemente il termine di “gruppo terroristico locale”.
Una fonte chiave che avvalorerebbe l’affermazione dell’FBI secondo cui l’ISM aveva stretti legami con organizzazioni terroristiche straniere sembra essere la rivista FrontPage, un sito web gestito dall’associazione di estrema destra David Horowitz Freedom Center che lancia frequentemente campagne contro gli attivisti filo-palestinesi. Secondo il South Poverty Law Center, FrontPage “è diventata una piattaforma per le pubblicazioni di numerosi scrittori e commentatori di estrema destra e anti-musulmani”. Il promemoria del 13 dicembre 2004 sull’inchiesta cita due articoli distinti di FrontPage. Oltre a servirsi di false accuse di associazione dell’ISM, con organizzazioni terroristiche straniere per giustificare le indagini, l’FBI ha anche tracciato le associazioni nazionali dell’ISM.
L’ufficio territoriale dell’FBI di Los Angeles ha notato una “forte correlazione” tra l’American Friends Service Committee, un gruppo di attivisti quaccheri e l’ISM”. Più avanti nel fascicolo del caso, si nota che l’ISM raccoglie spesso fondi per “altre organizzazioni islamiche”- sebbene l’ISM non abbia affiliazioni religiose. Il fascicolo contiene affermazioni infondate secondo cui Al-Awda: The Palestine Right to Return Coalition; Stop U.S. Tax-funded Aid to Israel Now; e Palestine Solidarity Movement sono nomi alternativi per ISM, al contrario di altre organizzazioni che sono attive per una causa simile.
Un agente speciale, secondo i documenti, avrebbe scoperto su Internet che un membro dell’ISM era anche membro della U.S. Campaign to End Israeli Occupation (Campagna degli Stati Uniti per porre fine all’occupazione israeliana), un gruppo ora noto come U.S. Campaign for Palestinian Rights. (Campagna degli Stati Uniti per i diritti dei palestinesi). L’agente speciale ha analizzato le informazioni apparse sul sito Web della campagna degli Stati Uniti in merito alle opinioni politiche del gruppo e ha elencato i nomi e le affiliazioni organizzative di tutti i membri organizzatori della campagna. Per raccogliere queste informazioni, FBI non doveva fare altro che andare sul sito Web della U.S.campaign.
Mentre le indagini potrebbero essere considerate inconcludenti, dal momento che alla fine non sono riuscite a rivelare alcuna prova di attività terroristica, sono invece in linea con lo storico lato oscuro dell’FBI. L’ISM si è rivelato esattamente ciò che ha affermato di essere, del tutto nonviolento, eppure l’FBI giustifica ancora le sue indagini con opinioni paranoiche sulle associazioni politiche. Non è stato solo il fatto che il governo federale ne stava monitorando le tendenze politiche, l’FBI considerava certe forme di linguaggio come prove dell’essere terroristi. Le supposte opinioni politiche dei membri dell’ISM sull’economia li rendono probabilmente dei terroristi. Si dà per scontato che associarsi con gli anarchici è come associarsi con i terroristi.
Sembra che l’indagine dell’FBI abbia portato a poco più di qualche migliaio di pagine di documenti che non hanno fatto altro che rendere, forse, lo stesso l’FBI la più grande minaccia, criminalizzando la libertà di espressione protetta dal Primo Emendamento. Oggi, con la consapevolezza di essere sotto indagine, Chmiel ha riflettuto sulla tradizione dell’FBI di intraprendere attività di spionaggio verso attivisti impegnati per la giustizia sociale come il dottor Martin Luther King Jr. e su come è in corso la persecuzione di tale attivismo.
“Ai tempi del Dr. King, la sorveglianza era giustificata in termini di presunta influenza comunista; negli ultimi anni, la sorveglianza è giustificata dalla presunta associazione con i terroristi”, ha affermato Chmiel.“ In entrambi i casi, i cittadini statunitensi lottavano con azioni non violente per affrontare l’ingiustizia e l’oppressione.
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org