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La «frustrata» Lezioni dal caso Matzneff

Denise Bombardier 09/01/2020
Coloro che credono che sia contenta dello tsunami che si abbatte sulla Francia in seguito alla denuncia del pedofilo Gabriel Matzneff da parte di Vanessa Springora si sbagliano. Colei che è stata abusata da lui tra i 13 anni e mezzo e i 15 descrive il suo calvario in un’opera, Le consentement [Il consenso, ndt], apparso giovedì scorso in Francia.

Tradotto da Silvana Fioresi

Editato da Fausto Giudice
Da quando ho interpellato quest’uomo, tanto lodato dalle élite parigine, nel programma di Bernard Pivot del 1990, mi sono sempre sentita sola. 
Tanto più che io stessa sono stata condannata in Québec dalla Corte superiore, poi alla Corte d’appello negli anni ’90 per aver denunciato uno psicologo che aveva fatto pubblicamente elogio della pedofilia.
D’altronde, ho sempre subito gli insulti dei pedofili e dei loro difensori senza reagire. Sono anche diventata la «frustrata » [fr. “mal baisée”, letteralmente “malscopata”, vecchio insulto contre ogni genere di femminista, NdE] per i miei oppositori. Vogliamo notare comunque che nessun uomo che li affronta è qualificato come uno «senza palle». Al massimo, lo si può accusare di essere un moralista.
Coraggio 
La mia denuncia del triste sire Matzneff data di 30 anni fa. Nel suo libro, Vanessa Springora scrive che è la mia parola, immediatamente screditata all’epoca da un certo ambiente letterario marcio a Parigi, che le ha dato la forza e il coraggio di scoprirsi. Ma ha vissuto 30 pieni di angosce, di depressione e di ferite profonde prima di poter liberare la propria parola.
Dalla mia esperienza in Francia e in Québec ho avuto la conferma del mio giudizio sugli esseri umani e sulla loro sessualità. A dire il vero, non si sa mai a chi si parla. Visto che i predatori di bambini sono più numerosi di quanto non si possa credere.
Voglio qui testimoniare per tutti quei bambini vittime di pedofili a chi hanno rubato la loro infanzia impossessandosi del loro corpo e del loro spirito in nome del diritto al desiderio. Il desiderio del pedofilo è non solo criminale, ma morboso. I pedofili sono quindi degli «assassini » di bambini e di adolescenti.
Odio
Non ho mai vissuto, nel mio lavoro, una tale promiscuità di odio come nell’ambito dei pedofili. Perché mi sono interposta simbolicamente tra loro e il bambino.
Sarò sempre la « frustrata » ogni volta che mi indignerò. Ma ho l’indignazione selettiva e non ignoro niente della debolezza umana. So tuttavia che la vera forza si nutre di sensibilità, di dubbi e di un qualche valore che ispira una vita.
Mi è rimasto dalla mia cultura religiosa il senso del sacro e la convinzione che il male esiste. Non credo che tutti i comportamenti umani siano scusabili. Sono scettica riguardo all’idea che tutto si perdoni. Continuerò a proteggere i bambini con le mie uniche armi : le parole. Visto quello che oggi sconvolge la Francia, queste parole provano che la mia pazienza non fu vana. E che non lo sarà un giorno in Québec. Chi lo sa?