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Michel Onfray: “La cretinizzazione progressiva del popolo rappresenta un vero problema”

Simon Brunfaut 19/11/2019
Nel suo libro “Teoria della dittatura”, Michel Onfray presenta il lavoro di George Orwell come una grande prefigurazione del mondo contemporaneo. Il filosofo, che non teme polemiche, descrive la nuova forma di dittatura a che stiamo vivendo oggi …

Tradotto da Bosque Primario
Secondo lei, George Orwell fu un pensatore politico ad alto livello. Fu uno che prese le misure a quelli che poi sono stati i totalitarismi del ventesimo secolo e anticipò i nostri tempi. In che modo l’epoca in cui viviamo porta il segno del totalitarismo? Non le sembra una esagerazione? Siamo entrati davvero in una nuova forma di dittatura?
No, non c’è nessuna esagerazione, perché non ho detto che siamo tornati al nazismo o allo stalinismo. Quello che mi interessa non è il modo in cui funzionava il totalitarismo di una volta, ma come il totalitarismo funziona oggi, nell’era di Internet, dei dati e dei telefoni cellulari. Questo totalitarismo di oggi non porta né l’elmetto, né gli stivali. Noi viviamo solo in una società del controllo: il fatto che possiamo essere costantemente spiati, il fatto che stiano costantemente accumulando dati su di noi, ecc. Questa società del controllo è arrivata a un punto di incandescenza a cui non si era mai giunti.
Le nuove tecnologie quindi per lei non ci porteranno nessun vantaggio?
Viviamo in una specie di servitù volontaria nei confronti delle nuove tecnologie. Ma questo a volte è estremamente perverso. Ad esempio, per garantire la riservatezza, ci chiedono di accettare certe cose … Ma, accettandole, si passano certe informazioni ai G.A.F.A. E’ chiaro che possiamo rifiutare ma, ovviamente, rifiutando non possiamo più viaggiare in treno, in aereo o fare quello che volevamo fare.