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FOCUS ON AFRICA. Sì del Rwanda ai rifugiati detenuti in Libia, il Camerun apre al dialogo nazionale

Federica Iezzi 14 settembre 2019
La nostra rubrica del sabato sul continente africano vi porta anche in Nigeria dove è stato avviato il processo di rimpatrio di 600 nigeriani dal Sudafrica a seguito dell’ondata di attacchi xenofobi che ha logorato le relazioni tra i due paesi.

Nigeria
La Nigeria ha avviato il processo di rimpatrio di oltre 600 dei suoi cittadini dal Sud-Africa a seguito della recente ondata di attacchi xenofobi che ha logorato le relazioni tra i due Paesi.
La drastica decisione è arrivata dopo i gravi disordini iniziati a Pretoria e Johannesburg che hanno ucciso almeno una dozzina di civili e preso di mira 1.000 imprese di proprietà straniera.
La violenza ha suscitato proteste internazionali. Circa 700 persone sono ospitate in rifugi temporanei a Johannesburg.
Gli attacchi di rappresaglia in Nigeria hanno costretto alla sospensione degli affari sudafricani nel Paese, mentre l’ambasciata sudafricana a Lagos ha temporaneamente chiuso le porte per ragioni di sicurezza.
Questa non è la prima volta che gli stranieri vengono presi di mira in Sud-Africa. Nel 2008, almeno 62 persone, tra cui sudafricani stessi, sono state uccise, mentre la violenza e il saccheggio nei negozi di proprietà straniera hanno lasciato decine di decessi nel 2015.
Le cause profonde dell’ultima ondata di violenza non sono ancora chiare, ma i rapporti suggeriscono che è legato all’elevata disoccupazione, criminalità e povertà nel Paese.
Camerun
Il presidente del Camerun, Paul Biya, ha dichiarato la forte intenzione di creare un dialogo nazionale per porre fine alle crisi in atto nel Paese, compresa la violenza che ha ucciso migliaia di persone nelle sue regioni anglofone.
Biya ha invitato tutti i separatisti nelle regioni di lingua inglese ad arrestare le proteste che macchiano le strade delle principali città.
Il processo di dialogo presieduto dal primo ministro, Joseph Dion Ngute, coninvolgerà tutti i camerunensi, in particolare i governanti tradizionali, i legislatori, il clero e tutti i funzionari popolarmente eletti.
Lo scorso agosto, un tribunale militare del Camerun ha emesso dure pene per il leader separatista Julius Ayuk Tabe e altri attivisti anglofoni, per crimini di secessione, terrorismo e ostilità contro lo stato. I condannati erano stati arrestati nella vicina Nigeria ed estradati dal Camerun per aver sostenuto uno stato separatista anglofono in Camerun, noto come Ambazonia.
Le violenze hanno avuto inizio nel 2016 a partire da insegnanti e avvocati nelle regioni di lingua inglese del Camerun che protestavano contro una presunta discriminazione da parte della maggioranza francofona del Paese.
Il governo ha risposto con una repressione che ha scatenato un movimento armato per uno stato indipendente di lingua inglese, l’Ambazonia, autodichiarato da un gruppo di secessionisti nell’ottobre 2017.
Da allora il conflitto, secondo quanto dichiarato dalle Nazioni Unite, ha ucciso oltre 2.000 persone, il numero degli sfollati interni supera i 500.000 e almeno 50.000 sono i rifugiati nella vicina Nigeria.
Rwanda
Il Rwanda ha accettato di accogliere centinaia di rifugiati e richiedenti asilo africani detenuti nei centri di detenzione in Libia ai sensi di un accordo raggiunto con l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Unione Africana.
Un primo gruppo di 500 persone, inclusi bambini e giovani a rischio, provenienti in prevalenza dal Corno d’Africa, sarà evacuato nelle prossime settimane.
Le parti hanno firmato un protocollo d’intesa nella capitale etiope, Addis Abeba, per istituire un meccanismo di transito. In base all’accordo, il governo del Rwanda riceverà e fornirà protezione ai rifugiati e ai richiedenti asilo che sono attualmente detenuti nei centri di detenzione in Libia.
Saranno alloggiati in un centro di transito rwandese prima di essere reinsediati altrove, a meno che non accettino di tornare nei loro Paesi di origine.
Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, circa 4.700 rifugiati sono attualmente in custodia libica.
L’accordo arriva dopo anni di ripetute accuse riguardo le inumane condizioni per i migranti nei centri di detenzione libici, tra cui abusi fisici, mancanza di cure mediche e insufficiente nutrizione.
Il governo Kagame è pronto ad accogliere fino a 30.000 africani provenienti dalla Libia.
La firma dell’accordo è il culmine di un impegno del governo rwandese risalente al 2017, atto ad ospitare i migranti africani bloccati nel Nord Africa.