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Barbari italiani, siete voi a farmi paura, non gli immigrati

IL BRUTTO PAESE 08 giugno 2019
Fanno paura gli italiani che esultano per un presunto ladro ucciso senza che i fatti siano chiari. Gli infermieri che abbandonano un’ubriaca agonizzante sull’asfalto. Quelli che inneggiano alla giustizia sommaria, e sono pronti a godere se un immigrato viene multato. Cari connazionali, fate paura.

A me fanno paura gli italiani. Mi fanno molta più paura certi italiani che questi stranieri che mi sventolano sotto il naso e che mi dovrebbero fare rizzare i capelli. Mi fanno paura questi italiani che ieri hanno lasciato per tre ore riversa sull’asfalto rovente dalle 11.40 alle 14.30 una donna a Castrolibero, dalle parti di Cosenza, priva di sensi, una cinquantina d’anni, ucraina, apparentemente ubriaca (come capita di essere ubriachi a noi quando usciamo da una festa) e che non è nemmeno stata aiutata.
Quelli del 118 le hanno lasciato un referto infilato nei pantaloni e se ne sono andati. Ufficialmente non potevano intervenire «poiché non avevano il medico a bordo». Hanno anche le carte a posto, a ben vedere, perché l’ingenerosità e la barbarie a volte hanno le carte, tutte le carte, perfettamente in ordine.
Mi fa paura questa Italia incattivita che esulta sul ladro morto come il cacciatore che si fotografa al safari con il piede sulla testa del leone
A me fa paura l’italiano che spara e uccide un ladro dalle parti di Ivrea e tutti esultano per la morte del ladro, senza nemmeno voler approfondire come siano andate esattamente le cose e senza nemmeno aspettare il responso della magistratura (che persino Salvini dice di attendere). Mi fa paura questa Italia incattivita che esulta sul ladro morto come il cacciatore che si fotografa al safari, con il piede sulla testa del leone.
Mi fa paura perché poi magari si viene a sapere che tutto è avvenuto come nella storia del caso di Angelo Peveri, che a Piacenza nell’ottobre del 2011, era la notte del 6, sparò a dei ladri che stavano rubando del gasolio nella sua azienda e poi ne prese uno, lo fece inginocchiare, lo immobilizzò, mirò dall’alto al basso e riuscì solo per miracolo a non ucciderlo, ma gli perforò un polmone. Peveri in tribunale disse che il colpo gli era partito per caso, per un inciampo sulle pietre contro le quali avevano sbattuto la testa del ladro ripetutamente, come conferma la condanna di 4 anni e 6 mesi in dalla Cassazione.
Mi preoccupano gli italiani che ormai si sono davvero convinti di avere diritto alla vendetta


A me fanno paura questi italiani, tutti rivolti e predisposti all’ammazzamento o al fregarsene dell’altro come se esistessero caratteristiche comuni di un popolo inferocito e affamato. Mi fa paura quel tizio che su YouTube mise il video ripreso dal suo telefonino, per riprendere lo straniero in treno senza biglietto, e mentre quelli lo multavano, lui ci faceva la morale sull’imbarbarimento della razza dovuto a questi che arrivano qui.

Mi fanno paura gli italiani che controllano i tratti somatici e la provenienza e la lingua e l’abito prima di tendere la mano. Mi preoccupano gli italiani che ormai si sono davvero convinti di avere diritto alla vendetta, mica alla difesa, per riuscire a superare le proprie frustrazioni. 
Ma ciò che mi preoccupa di più è questa comunità disgregata, alla deriva, che è incapace e indolente di capire la complessità delle cose anche di fronte a un morto, divisa per fazioni e per questioni politiche in una disfida tra tifoserie e davanti a notizie che implicano la morte sanno già da che parte stare. Leggendo il titolo di una notizia e non sapendo nemmeno come si siano svolti i fatti, come se avessero una molla appuntita dentro al cervello e dentro al cuore pronta a scattare, a punire il colpevole, colpevole di meritarsi il nostro odio, indipendentemente da tutto. Così, perché ci pare.