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“Venezuela al collasso”

Maria Antonietta Calabrò 10/02/2019
L’appello della Croce rossa internazionale: “Lasciateci lavorare, permetteteci di lavorare”. Lunedì da Salvini inviati di Guaidò.

Mentre domani gli inviati dell’autoproclamato presidente Juan Guaidò incontreranno il vicepremier Matteo Salvini e si recheranno anche in Vaticano, la situazione del Venezuela si fa sempre più complessa e si avvicina la data del 23 febbraio, quando scadranno i trenta giorni richiesti per l’indizione delle nuove elezioni. Ma nel frattempo la situazione della popolazione peggiora di ora in ora.
Da giorni a Caracas il presidente della Croce Rossa Internazionale e Mezza Luna Rossa, Francesco Rocca, sta incontrando tutti i responsabili del Paese. Da Maduro a Guaidò, al Nunzio Apostolico, l’ambasciatore del Papa. Sta parlando con tutti e ripete a tutti: “Lasciateci lavorare, permetteteci di lavorare: possiamo portare gli aiuti necessari per la popolazione (innanzitutto viveri e medicine ), tonnellate di materiale per un valore di 30 milioni di dollari. Possiamo intervenire subito, siamo pronti dal nostro hub di Panama, a supportare l’azione della Croce rossa venezuelana, ma tutti devono rispettare la nostra neutralità”. “Noi dobbiamo poter lavorare secondo i nostri criteri di priorità che sono assolutamente non politici, imparziali ed indipendenti. Il nostro lavoro non è politico, non politicizzateci”.
I soccorsi sono necessari “per una popolazione stremata, a prescindere da quale sia stata l’origine dell’attuale situazione, la gente è veramente ai limiti del collasso”, afferma .
A causa della crisi tre milioni di venezuelani, secondo le Nazioni Unite lo scorso anno sono riparati nella vicina Colombia alla ricerca non tanto di un futuro migliore, ma innanzitutto di cibo e medicine. E un altro milione sono stati assistiti dalla Croce rossa venezuelana nei suoi otto ospedali e 33 poliambulatori: tremila volontari di cui 500 soccorritori, cioè operatori delle ambulanze
“Ma ormai è una goccia nel mare – aggiunge Rocca – nel Paese non si trovano più antibiotici e così una bronchite può essere fatale. Ma anche i malati cronici non hanno assistenza: i diabetici non hanno insulina. I malati oncologici non hanno possibilità di essere assistiti con chemioterapia e radioterapia. Malaria, difterite, morbillo e tubercolosi si stanno impennando”.
“E la sera quando rientro dai colloqui – dice Rocca raggiunto a Caracas da Huffpost sabato notte e lo stesso sta ripetendo alla Bbc, alla Cnn e Al Jazira – l’atmosfera è plumbea, sospesa, per le strade non c’è nessuno, si avverte paura e tensione :l’impressione è di trovarsi in una città fantasma”.
Ma quello alla Croce Rossa è stato possibile addirittura in Siria dove Rocca ha parlato con governo, le varie fazioni dei ribelli , e persino con i miliziani di Al Quaeda e dell’ISIS, sembra difficile se non impossibile in Venezuela.
Maduro ha negato la necessità di qualsiasi aiuto e simbolicamente ha bloccato il ponte che collega il Venezuela alla città colombiana di Cucuta. “Il problema non sono gli aiuti che entrano da Cucuta, non sono i tre container bloccati”.
Per giorni e giorni il Presidente della CRI ha continuato nei suoi incontri ufficiali, ma “confidenziali” di cui non vuole rivelare nulla di più.
Il punto è – dice Rocca – che “noi siamo pronti, ma tutti devono garantirci quelle che noi chiamiamo condizioni sul terreno: cioè non vogliamo essere tirati per la giacca, vogliamo operare secondo quelli che sono i nostri standard: e distribuire gli aiuti secondo criteri assolutamente neutrali”.