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ALGERIA. Studenti in piazza contro Bouteflika

27 febbraio 2018, Nena News
Quinto giorno di proteste nel Paese contro l’anziano leader algerino che a giorni ripresenterà la sua candidatura per le presidenziali del 18 aprile. Ma dall’entourage del presidente si tira dritto: “E’ un suo diritto quello di candidarsi”.

Ieri gli studenti algerini sono scesi in piazza per protestare contro la decisione dell’anziano e malato presidente Abdelaziz Bouteflika (da 20 anni al potere) di candidarsi per un quinto mandato consecutivo alle presidenziali del prossimo 18 aprile. E’ stato il quinto giorno di mobilitazione contro il presidente, ma il primo di cui hanno dato notizia i media governativi. Nonostante le proteste nel Paese, il responsabile della campagna elettorale del leader algerino ha tirato dritto per la sua strada e ha fatto sapere che il presidente presenterà ufficialmente il 3 marzo le carte per ricandidarsi. “Nessuno può decidere di cancellare quello che abbiamo nella costituzione – ha detto Abdel Malek Sellal ai sostenitori di Bouteflika – E’ suo diritto candidarsi”.
Non sono dello stesso avviso gli studenti che a migliaia hanno riempito le strade del Paese. I manifestanti, che cantavano “no a un quinto mandato”, chiedono però anche più lavoro. Del resto sono loro le prime vittime dell’alto tasso di disoccupazione che colpisce l’Algeria dove tre quarti della popolazione ha meno di trent’anni. Si va in piazza non solo perché il regime è corrotto e anti-democratico o perché Bouteflika è “incapace” di governare vista la malattia, come spiegano semplicisticamente molti media internazionali, ma anche per questioni economiche e sociali. “Molti giovani si laureano ma sono ancora disoccupati” ha detto uno studente alla Reuters. Una frase semplice che però racchiude il malessere di chi scende a protestare sfidando polizia e servizi di sicurezza: la mancanza d’impiego in un Paese che da tempo vive una crisi economica aggravata dal crollo del prezzo del petrolio su cui Algeri fonda il 30% del prodotto interno lordo e quasi la totalità dell’export.
Del resto i dati parlano chiaro: più di un quarto di algerini sotto i 30 anni è disoccupato. E pertanto non deve sorprendere come proprio loro siano i protagonisti delle proteste. Ieri centinaia di studenti hanno sfilato per le strade di Algeri, mentre altri hanno manifestato all’interno delle facoltà. La polizia in assetto antisommossa ha provato a impedire che queste due proteste si potessero incontrare. Cortei di studenti si sono registrati anche nelle città di Bejaia, Tizi Ouzou, Blida e Bouira. E mentre i manifestanti chiedevano “cambiamento e riforma” come persino l’agenzia di stato Aps ha finalmente riferito, Bouteflika, si dice, sarebbe sul punto di partire per Ginevra per alcuni controlli medici.
Una notizia al momento non confermata, ma che rende perfettamente l’immagine di un Paese a due facce: alla mobilità dei giovani che scendono in piazza e che reclamano a gran voce i loro diritti noncuranti della repressione governativa, si contrappone quella dell’élite politica, militare e finanziaria locale che si scherma ancora dietro il vecchio leader gravemente malato perché incapace di trovare un accordo su un suo successore.