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Immigrati, profughi o clandestini: nessuno che li chiami persone

8 febbraio 2018
“Il razzismo viene prima della razza. Non è il contrario”, scrive Ta Nehisi Coates nel libro Tra me e il mondo che faremmo tutti bene a leggere per capire cosa si prova ad essere minoranza.

A sentirsi diversi soltanto per il colore della pelle. A venire condannati con un solo sguardo.

Ma, prima di ogni considerazione, c’è una cosa che colpisce nel dibattito di questi giorni sui migranti. Lasciamo perdere le esternazioni di certi leghisti e fascisti che sono APERTAMENTE, anzi ORGOGLIOSAMENTE razziste. C’è qualcosa che colpisce anche negli altri, nei Cinque Stelle che francamente non si è capito cosa pensino della questione: nessuno chiama gli immigrati PERSONE. 


Ascoltate i politici. Ascoltiamo noi stessi: i lettori che scrivono lettere ai giornali, gli ascoltatori che intervengono alla radio. Li chiamiamo immigrati, profughi, clandestini, quando non delinquenti, violentatori, ladri. Nessuno che ricordi che sonouomini, donne, bambini.

Ricordiamocelo perché ce ne siamo dimenticati.