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Una forte donna nera

trad. di Francesca Tramontana
L’inizio della sua giornata implicava
sempre 
una zampa tagliata o un sacco di cotone.
Minuti della sua giornata 
le mani
piene di vesciche 
e la schiena dolorante.
Ad aggravare la situazione, 
le
ginocchia stanche le deformano l’espressione, 
per quanto i piedi possano
dolerle 
non le è concesso sedersi.
Un vero fornitore, 
anche una mamma
alla prole del capo.
Per molti un salvatore, 
un forte Dio
che teme la donna nera.
Pochi anni dopo, venne la libertà 
e
sebbene a vent’anni fosse già madre, 
ragazza è ancora il suo nome, 
perché per
gli ex-schiavi nulla cambia davvero.
Incontrò un buon maschio che la
trovava bella 
e un centinaio di campi di cotone dopo gli fece la proposta
“Vuoi essere mia moglie?”
Dal nascondiglio uscirono quindi due
anime stanche ma felici.
È ora una timida sposa che dentro si chiede
il perché.
L’arrivo del nuovo secolo prometteva
a tutti tempi migliori, 
ma quando le cose stavano andando meglio, 
perse il suo
grande Joe in una rissa da bar.
Il suo volto rugoso mostra i segni di
tempi difficili, 
ma il suo fiero sorriso dice che ora se la sta cavando bene.
“Ora possiedo dieci acri!” 
Si vanta
con orgoglio, 
sono tempi bellissimi, grida forte al mondo intero.
È invecchiata graziosamente mentre
sta seduta all’ombra di sua sorella, 
una vecchia quercia.

Una donna
che ha perseverato,

 una donna che adesso è ormai e per sempre grata, 
ancora
bella, e in eterno libera!