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Sud Sudan, i ribelli reclutano giovani ugandesi

12 Ottobre 2017

La carriera nell’SPLA-IO è per molti un’allettante alternativa alla disoccupazione

Dallo scorso giugno nel nord Uganda si registra un reclutamento di giovani attuato dalla ribellione Sudanese People Liberation Army – In Opposition (SPLA-IO), impegnata da quasi tre anni a combattere il governo del presidente Salva Kiir. Le prime notizie furono diffuse dai media nazionali lo scorso 13 giugno grazie ad un rapporto resol pubblico dal portavoce della polizia Asan Kasingye. A distanza di tre mesi da quel rapporto la polizia afferma che il reclutamento continua nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine per fermarlo.

Lo SPLA-IO consdera l’Uganda come un Paese nemico causa il supporto militare offerto dal Presidente Yoweri Kaguta Museveni che salvoò il governo di Salva Kiir dalla  resa nella prima fase della guerra civile 2014-2015. Senza l’intervento dell’esercito ugandese le forze ribelli avrebbero conquistato la capitale, Juba, e ottenuto la vittoria finale già nel febbraio 2015. Salvato il governo Kiir e rafforzati i reparti fedeli a Juba, anche con l’aiuto di Pechino, l’Uganda si ritira nell’ottobre 2015 . Il comando dell’avventura militare nel Sud Sudan era stato affidato al figlio di Museveni: il Generale Brigadiere Muhoozi Kainerugaba. Il ritiro delle truppe fu deciso quando fu evidente che non era possibile ottenere una rapida vittoria sui ribelli del SPLA-IO. L’Uganda rischiava di impantanarsi in un “Vietnam africano” che avrebbe richiesto ingenti sforzi economici mettendo a rischio di compromettere la reputazione dell’esercito ugandese (UPDF) che fino ad ora non ha mai perso una guerra.

Dal novembre 2015 in Sud Sudan saranno presenti solo alcuni reparti del UPDF che progettono i convogli commericali nel tratto stradale Juba – Nimule. Questo tratto stradale è di importanza strategica in quanto unica via di communicazione commerciale con l’Africa Orientale. In parallelo alla strada dovrebbe sorgere un oleodotto costruito dalla Cina per trasportare parte del greggio sud sudanese fino ad Hoima, il futuro polo di raffinerie ubicato nel centro Uganda che dovrebbe entrare in funzione nel 2020. L’oleodotto sarebbe in alternativa alla esportazione del greggio sud sudanese che attualmente avviene attraverso l’oleodotto del Sudan che arriva a Port Sudan. Una volta giunto ad Hoima parte del greggio verrebbe raffinata per il mercato regionale e una parte esportata attraverso un secondo oleodotto che da Hoima giunge in Tanzania.

Per i primi cinque anni il greggio sud sudanese raffinato ad Hoima non sarebbe pagato dal governo di Kampala in quanto considerato come rimborso delle spese sostenute dall`esercito ugandese in difesa del governo di Salva Kiir. Al contrario il Sud Sudan pagherà le tasse di transito del suo greggio anche se con tariffe agevolate. Una vittoria del SPLA-IO annullerebbe questi accordi “capestro” privando l’Uganda del conveniente affare. E` per questo motivo che, pur avendo ritirato le truppe, Kampala continua una guerra segreta in Sud Sudan supportando Salva Kiir in collaborazione con la Cina. Una scelta strategica che ha inclinato i rapporti con gli Stati Uniti che supportano la ribellione per interrompere il monopolio cinese sul greggio sud sudanese.

Giovani ugandesi vengono reclutati dal SPLA-IO e utilizzati nelle imboscate lungo il tratto stradale Juba – Nimule. Queste imboscate stanno creando un serio problema di approvigionamento per l’esercito sud sudanese e il mercato a Juba. Gli effetti negativi si espandono al mercato ugandese che ha trasformato il Sud Sudan in un florido mercato per le esportazioni di prodotti nonostante la guerra civile.

I convogli commerciali che partono dall’Uganda per giungere Juba ora viaggiano sotto scorta militare assicurata da soldati sud sudanesi e ugandesi. Negli ultimi mesi gli attacchi ai convogli si sono intensificati creando considerevoli perdite di vite umane e merci e danneggiando gli affari dei commercianti ugandesi. Come diretta conseguenza i prezzi delle merci e dei beni alimentari di primo consumo sono sensibilmente aumentati a Juba, peggiorando la sicurezza alimentare della popolazione già stremata dalla guerra civile, pulizie etniche, poverta` e disoccupazione di massa.

Il SPLA-IO recluta giovani a partire dalla loro base di Panyume – Payam. La base è stata attaccata varie volte dalla truppe governative di Juba ma senza sucesso. Il SPLA-IO recluta i giovani ugandesi presso le vicine province di Kafu e Gulu con l’aiuto di intermediari ugandesi provenienti dall’etnia Acholi del primo Presidente ugandese Milton Obote. La stessa etnia dove Jospeh Kony, leader del Lord Resistence Army reclutò migliaia di miliziani per combattere il governo di Kampala nella lunga guerra civile combattuto nel nord Uganda (1991 – 2004).

Il reclutamento dei giovani ugandesi sfrutta l’alto tasso di disoccupazione registrato nel nord Uganda. Vengono sfruttati anche i rancori che ancora nutrono gli Acholi nei contronti del governo centrale. Per diminuire la disoccupazione giovanile e l’astio etnico che potrebbero generare nuove ribellioni le autorità centrali di Kampala hanno varato un piano di ricostruzione e rilancio economico nelle province nord affette dalla guerra civile. Putroppo la scoperta del petrolio ha sottratto fondi nella ricostruzione del nord a favore dei preparativi per l’economia dei petrodollari.

Il SPLA-IO promette ai giovani disoccupati ugandesi la possibilità di far soldi permettendo loro di trattenere parte del bottino rubato durante le imboscate ai convogli e rivenduto nel nord Uganda grazie a mercanti ugandesi che fungono da ricettatori. Oltre al bottino di guerra i giovani ugandesi arruolatesi ricevono una disceta paga mensile. Divenire mercenari per il SPLA-IO è per loro una valida alternativa alla disoccupazione.

Il governo ugandese sta tentando di interrompere l’arruolamento tramite energiche operazioni di polizia per intercettare e smantellare il network creato dal SPAL-IO nei distretti di Kafu e Gulu. Consiglieri economici avvertono il Presidente Museveni che difficilmente le operazioni di polizia riusciranno a stroncare il fenomeno. Al contrario si sta correndo il rischio di aumentare il rancore degli Acholi. I consiglieri militari consigliano di radoppiare le energie e gli sforzi per sconfiggere la ribellione sud sudanese attraverso un discreto ma efficace supporto militare e politico al governo di Salva Kiir in stretta collaborazione con la Cina e di riprendere gli sforzi per rilanciare l’economia nel nord Uganda, sottolienando che tale rilancio economico rimane un problema interno di cui Museveni deve impegnarsi seriamente a risolverlo per evitare future ribellioni e guerre civili.