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Scene e oscenità nella caccia ai migranti del Sahel

18 Giugno 2017

Ieri sera, una pattuglia dell’esercito nigerino ha aperto il fuoco su un veicolo che trasportava migranti in provenienza da Agadez e in direzione della Libia via Dirkou. Un migrante è stato ucciso e tre altri feriti. Secondo una fonte degna di fiducia, l’autista, pensando ad un attacco di banditi armati, ha rifiutato di obbedire alle ingiunzioni delle forze di sicurezza che gli chiedevano di fermarsi. (La redazione del giornale Air info, basato ad Agadez, il 13 giugno 017).

Dunque la messa in scena sta cominciando a dare i suoi frutti. La caccia ai migranti, equiparati a terroristi di frontiere, contrabbandieri di sabbia e trafficanti di realtà, è una profezia che si autoavvera. Non sono affatto cadute nel nulla le politiche europee di finto contenimento delle migrazioni. Accordi bilaterali, incontri tra ministri, summit di varia entità (G5, G7, G 20), promesse di finanziamenti e piani di sviluppo (dis)integrato, svelano il volto dell’oscenità che li genera. Dai Piani di Aggiustamento Strutturale che hanno fallito, si è passati ai Piani di Rianimazione Umanitaria di cui le cliniche di riferimento sono le Agenzie onusiane e le ONG.