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Libero scambio, il tribunale di Strasburgo dà ragione alle Ong

10 Maggio 2017

L’esecutivo Ue aveva negato di registrare l’iniziativa dei cittadini contro il Ttip. Ora i giudici dicono che quel rifiuto non era motivato. Perché «nulla giustifica l’esclusione dal dibattito democratico». Il caso.

Si è riaperta a sorpresa la partita sui trattati di libero scambio in Europa. Proprio nel giorno in cui il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha ammesso che bisogna ripensare il modo con cui l’Unione si confronta con la globalizzazione, il tribunale di Strasburgo ha bocciato l’esecutivo europeo per essersi rifiutato di registrare l’iniziativa dei cittadini che chiedevano di bloccare i negoziati sul Ttip, l’accordo commerciale con gli Usa – poi effettivamente naufragato con l’arrivo a Washington di Donald Trump.

LA COMMISSIONE SCEGLIERÀ IL RICORSO? La sentenza non bloccherà certo i futuri negoziati. Ma il segnale è fortissimo perché i giudici di Strasburgo hanno scritto nero su bianco che l’esecutivo europeo non ha tenuto conto del «principio di democrazia». Entro due mesi dalla notifica, spiegano a Lettera43.it da Strasburgo, la Commissione può impugnare il giudizio, ma c’è una «responsabilità politica» a cui è chiamata a rispondere.