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Donald Trump e l’utopia di una ‘NATO araba’

23 Maggio 2017

Dietro a questo obiettivo paventato dal presidente Usa si celano una serie di problemi di non immediata soluzione

Fra le tante questioni legate alla recente visita di Donald Trump a Riyadh, quella della costituzione di una ipotetica ‘NATO araba’, anticipata ancora prima della partenza del Presidente, è stata in qualche modo schiacciata da una parte della portata degli accordi economici siglati con la monarchia wahabita, dall’altra dai toni accesi del messaggio anti-iraniano che il Presidente avrebbe lanciato. In realtà, la questione di una possibile aggregazione di Stati musulmani impegnati nella nascita di un ‘fronte unico’ contro la minaccia terroristica merita qualche riflessione più approfondita. Una delle critiche che con maggiore frequenza viene rivolta alle élite politiche dei Paesi musulmani in merito all’atteggiamento tenuto nei confronti del problema del terrorismo riguarda proprio la loro frammentazione e l’incapacità di proporre una risposta concordata a situazioni che a parole tutti affermano di condannare. Le ambiguità che circondano le vicende siriane (come quelle che circondano le vicende in Libia, in Iraq o nello Yemen) sono solo uno dei possibili esempi di tale stato di cose. Uno stato di cose che, in passato, è stato anche causa di tensioni con un Paese come la Turchia che – fra le altre cose – è un importante membro dell’Alleanza Atlantica.