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Albania: elezioni a rischio, sognando l’Europa

9 Maggio 2017

Per comprendere meglio la situazione, ne abbiamo discusso con il prof. Antonello Biagini

In Albania si va verso le elezioni fissate per il 18 giugno tra mille incertezze, legate al probabile rifiuto, almeno ad oggi, del principale partito di opposizione, il Pd di Sali Berisha, di prendere parte al voto. Ciò si verifica mentre il Paese affronta una crisi e una difficile situazione istituzionale, in cui dal 2013 ha governato il socialista Edi Rama, grazie all’appoggio non trascurabile di Ilir Meta, presidente della Repubblica neoeletto, figura di compromesso e trasformista, già ministro dell’economia con Berisha dal 2009 al 2011. Altro elemento imprescindibile per comprendere la situazione albanese è il fatto che il 18 luglio 2016 il Parlamento albanese abbia votato all’unanimità una riforma della giustizia da tempo necessaria, ma su pressione diretta di Unione europea e Stati Uniti; da questo punto di vista, ci si chiede fino a che punto un intervento esterno possa essere risolutivo. Sullo sfondo, infatti, si colloca il percorso di integrazione europea dell’Albania, anche se il principale ostacolo – nonostante la recente riforma – rimane la corruzione dilagante nel Paese, in una fase peraltro che non sembra quella di massimo fulgore per l’Unione.

Qual è lo scenario a poche settimane dal voto? Per comprendere meglio la situazione, ne abbiamo discusso con il prof. Antonello Biagini, docente ordinario di Storia dell’Europa orientale presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Si ringrazia altresì, per il contributo alla comprensione del quadro generale Nicola Pedrazzi, giornalista di Osservatorio Balcani e Caucaso.