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Islam politico, nessun futuro per i Fratelli Musulmani in Egitto

27 Aprile 2017

“Con l’indebolimento dei Fratelli Musulmani non c’è più un’alternativa anche solo vagamente democratica in Egitto”: a colloquio con Simone Massi, responsabile del programma Medio Oriente presso il CSIC

Domani, 28 Aprile, Papa Francesco inizierà un viaggio apostolico di due giorni in Egitto. A Il Cairo incontrerà il Grande Imam di Al-Azhar –il principale centro islamico sunnita–, Ahmad al-Tayyib, e terrà un discorso  ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla Pace, insieme al Grande Imam,  successivamente incontrerà S.S. Papa Tawadros II, il Papa dei cristiani copti. Un viaggio di grande valore simbolico, sia religioso ma anche politico. Non mancherà, infatti, l’incontro con Abd Al-Fattah Al-Sisi, che Francesco aveva già incontrato in Vaticano nel 2014.
Un viaggio difficile in un Paese, un tempo uno dei più floridi e influenti Stati del Nord Africa e di tutto il Medio Oriente, che sta cercando di recuperare il suo ruolo internazionale, portandosi dentro una serie di gravissime difficoltà sia economiche   -è di appena alcuni mesi fa la ‘rivolta del pane’, e secondo alcuni analisti è sull’orlo di un default congelato dal 2013-  che politiche  -un regime autoritario sottoposto a una dura pressione da parte del terrorismo jihadista. Una Paese nel quale la minoranza cristiana, per la gran parte copta, è stata presa di mira dal terrorismo dello Stato Islamico, e nel quale la maggioranza musulmana di un Paese tradizionalmente moderato sembra non avere più la speranza di un futuro per l’Islam politico.

Di terrorismo e Islam politico abbiamo discusso in una lunga conversazione con Simone Massi, responsabile del programma Medio Oriente presso il CSIC (Centro Studi sull’Islam Contemporaneo), analista che ha studiato presso la Bilgy University di Istanbul e ha lavorato per l’ICE in Egitto, attento studioso di Islam politico e di economia politica internazionale.