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Cosa sappiamo sul reddito di inclusione sociale

15 Aprile 2017

Il governo Gentiloni ha preso alcuni impegni sui criteri per assegnare il nuovo sussidio economico: la novità più importante è che non conterà solo l’ISEE

Da ieri abbiamo qualche informazione in più su come dovrebbe essere distribuito il “reddito di inclusione sociale” (REI), un aiuto di alcune centinaia di euro al mese destinato ai nuclei familiari residenti in Italia che si trovano sotto la soglia di povertà. Il REI era già previsto nella legge delega contro la povertà, che il governo di Paolo Gentiloni dovrà introdurre con una serie di decreti attuativi entro maggio: ieri però il governo e Alleanza contro la povertà, una rete di associazioni e sindacati, hanno firmato un memorandum su alcuni paletti che dovrà rispettare il REI, in cui è spiegato a grandi linee chi ne avrà diritto, a quanto ammonterà nel 2017 e come ci si assicurerà che sia ricevuto dalle persone con i requisiti per ottenerlo.
La più grande differenza tra il REI e il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), l’attuale sussidio economico previsto per i residenti in Italia in condizione di indigenza e introdotto a livello nazionale lo scorso settembre, sarà che il criterio economico di assegnazione del REI non sarà solo l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), ma anche l’indice della situazione reddituale (ISR), ovvero l’ISEE senza tenere conto delle proprietà immobiliari e mobiliari: questa modifica insieme l’innalzamento del massimo ISEE per l’accesso potranno permettere di riceverlo anche a famiglie prive di reddito che però possiedono una proprietà immobiliare o dei risparmi (che fanno aumentare l’indice ISEE). Anche l’importo massimo sarà maggiore, dato che il SIA è pari a 80 euro mensili per ogni componente del nucleo familiare con un massimo di 400 euro, mentre il REI, di cui ancora non si conoscono comunque i criteri di calcolo, almeno nel 2017 potrà arrivare fino a 485 euro al mese.