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Tra Trump e Putin, la Germania corre al riarmo

6 Marzo 2017

Con lo spettro del disimpegno Usa e Mosca sempre più aggressiva a Est, Berlino aumenta la spesa militare dell’8% e incrementa l’organico. Mentre manda in Lituania un contingente di 500 persone.

L’incertezza suscitata in Europa dall’elezione di Donald Trump, nonostante le rassicurazioni fatte da alcuni segretari del nuovo presidente, sta spingendo la nazione più potente del Vecchio continente a un riarmo militare rifuggito come uno spauracchio da oltre 70 anni. Il tabù di un potente esercito tedesco, imposto dall’esterno e dal senso di colpa interno, sta cedendo il passo a un bisogno di sicurezza percepito sia dai tedeschi che da altre nazioni europee. Con la Russia di Vladimir Putin sempre più aggressiva verso i Paesi del’Est Europa e del Baltico, con l’apparente intenzione Usa di voler ridurre il proprio impegno verso gli storici alleati, e con il Regno Unito sempre più chiuso in se stesso, a Berlino sempre più voci chiedono che all’egemonia economica tedesca si affianchi una responsabilità militare nella regione.

CONTINGENTE TEDESCO IN LITUANIA. Il percorso di rafforzamento è già in atto. A partire dalla fine di febbraio, sono partiti dalla Baviera alla volta della Lituania circa 500 uomini e 30 carri armati destinati a rinforzare il battaglione multinazionale della Nato nella zona. A 76 anni dall’invasione nazista, la croce di ferro della Bundeswehr sul suolo del piccolo Stato baltico è arrivata questa volta ben accolta in quella che diversi analisti descrivono come la più ambiziosa operazione militare sulla frontiera russa dalla fine della Guerra Fredda. Oltre a quel che succede oltreoceano, i Paesi confinanti con la Russia temono lo smembramento dell’unità europea e si sentono minacciati da Mosca dopo il conflitto ucraino. In questo scenario, con la Francia sempre più percorsa da venti nazionalistici, la Germania sembra per ora il “protettore” più affidabile.