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Google finanzia l’estremismo?

26 Marzo 2017

Il motore di ricerca piazza le pubblicità anche in siti e dentro i video degli agitatori politici e religiosi più radicali. Che così hanno guadagnato 320 mila dollari.

Se Google è Google lo deve al suo rivoluzionario sistema di advertising. Quello che consiste nel distribuire gli avvisi in Rete, soddisfacendo le esigenze di diffusione e targhettizzazione degli inserzionisti e garantendo degli introiti ai siti web che scelgono di ospitarli. Ma anche le rivoluzioni di maggior successo hanno le loro zone grigie. Su cui, prima o poi, qualcuno riesce a far luce. Un gruppo interpartitico di parlamentari britannici ha accusato Big G di «lucrare sull’odio». E di far guadagnare anche estremisti politici e religiosi. Scontentando i grandi inserzionisti.

LEADER RADICALI FANNO FARE IL PIENO A MOUNTAIN VIEW. Il caso è scoppiato nel Regno Unito grazie a un’inchiesta del Times, che ha fatto alcuni nomi particolarmente illustri. Wagdi Ghoneim è un noto fondamentalista musulmano; i suoi video, in cui incita al terrorismo contro l’occidente, avrebbero fruttato ben 78 mila dollari. Il pastore Steven Anderson, salito agli onori delle cronache per aver giudicato «una buona notizia» il massacro nella discoteca gay di Orlando, dovrebbe a Google l’incasso di 68 mila dollari. E di quasi 34 mila l’antisemita, nonché membro del Ku Klux Klan, David Duke.