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Gli Stati Uniti e il mare

22 Marzo 2017

Il controllo delle acque rappresenta ancora oggi un cardine della supremazia Usa

Uno dei fattori che hanno maggiormente segnato l’ascesa della potenza statunitense nel corso del XIX Secolo è indubbiamente dato dalla sua ineguagliabile proiezione marittima. Se infatti l’ascesa politico-economica degli Usa nei decenni immediatamente successivi alla dichiarazione d’indipendenza del 1776 si è realizzata attraverso la cosiddetta ‘spinta verso ovest’, cardine indiscusso della ‘dottrina Monroe’, il consolidamento del vantaggio accumulato si verificò attraverso l’applicazione dei principi enunciati dall’ammiraglio Alfred Thayer Mahan (1840-1914).

Nel suo celebre The influence of sea power upon history del 1890, Mahan sostenne che l’elemento storicamente decisivo nell’assicurare la vittoria delle grandi potenze europee su quelle asiatiche era indubbiamente rappresentato dall’incommensurabile superiorità delle flotte militari del ‘vecchio continente’. Con uno stile asciutto, semplice e conciso del tutto funzionale allo scopo di indottrinare politicamente la borghesia nazionale alle sue idee innovative, Mahan spiegava che lo stato di allerta continua in cui si trovavano i grandi imperi europei, bisognosi di difendersi dai loro bellicosi vicini, aveva favorito un notevolissimo sviluppo tecnologico e organizzativo rivelatosi fondamentale sul campo di battaglia. Il consiglio dell’ammiraglio ad ogni statista interessato a valorizzare le potenzialità del proprio Paese era quindi quello di impiegare tutte le risorse necessarie all’allestimento di una flotta da guerra in grado di controllare gli oceani, i quali coprono una parte più che preponderante del globo.