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The Sea Cleaners: una nave spazzina per pulire gli oceani

9 Dicembre 2016

Una barca ‘made in France’ ispirata alla manta gigante

Lo skipper Yvan Bourgnon non ce la faceva più a passare in mezzo ai rifiuti. Dopo anni a solcare i mari e gli oceani del mondo, ha deciso di affrontare il problema. Dal 14 ottobre sul sito di finanziamenti KissKissBankBank ha lanciato una campagna di raccolta fondi con il nome di progetto ‘The Sea Cleaners’. Il suo obiettivo: costruire entro il 2017 un primo quadrimarano progettato per recuperare e liberare il mare dai rifiuti che lo avvelenano. I numeri sono agghiaccianti: ogni anno, tra gli 8 e i 10 milioni di tonnellate di plastica vengono scaricati negli oceani. Entro il 2025, la quantità di rifiuti di plastica che sarà presente nell’ambiente marino potrebbe essere 10 volte superiore. E a questo ritmo, si stima che nel 2050, gli oceani possano contenere più pezzi di plastica che pesce.
Sulla terra è difficile da concepire, ma in acqua la realtà è questa. Gli oceani sono diventati vere discariche. E in prima linea per questa battaglia c’è il navigatore franco-svizzero Yvan Bourgnon. Durante i suoi viaggi ha spesso colpito oggetti galleggianti. Pur prendendo parte alla Transat Jacques Vabre nel 2015, la sua barca si scontrò con un contenitore, che l ocostrinse ad abbandonare la gara. Durante il suo ultimo tour del mondo in catamarano sportivo, nel corso del quale ha navigato a pelo d’acqua per più di 200 giorni, ha affrontato tutto il peso di questo inquinamento. Ogni giorno, sacchetti di plastica si sono incagliati nel timone della sua nave. E queste esperienze sono state, purtroppo, molte.
‘Manta’, una barca spazzina unica
Di fronte a questa pietosa osservazione, lo skipper ha deciso di agire per proteggere gli oceani, creando l’associazione The Sea Cleaners. Il suo progetto? Costruire un quadrimarano in grado di raccogliere i rifiuti di plastica nel mare, il ‘Manta‘. Questa nave, che prende il nome della manta per la sua capacità di filtrare l’acqua, è enorme: 60 metri di lunghezza e 49 metri di larghezza. Questo ‘camion della nettezza urbana’, come egli descrive, sarà dotato di una rampa per la raccolta, di quasi 72 metri di larghezza: un sistema ispirato direttamente dalle balene. Si raccolgono macrorifiuti senza raggiungere la fauna acquatica. Un nastro trasportatore inoltrerà gli elementi raccolti verso serbatoi di stoccaggio. Con un’autonomia di quasi due mesi, potrà immagazzinare fino a 300 m3 di plastica. I rifiuti verranno ordinati e compressi, per il riciclaggio o riqualificati. Tutte le collette saranno georeferenziate, valutate e analizzate prima. I dati saranno formalizzati a bordo per poi essere trasmessi alla comunità scientifica internazionale.
Per prevenire la pesca accidentale, il Manta avrà un dispositivo elettronico di emissione sonore che allontanerà i pesci e i mammiferi marini. Al momento della raccolta, la barca navigherà molto lentamente, a circa 2 nodi (un po’ meno di 4 km/ora). Sarà anche ecologica. «In termini di propulsione, utilizzando il Kite Wing (aquilone) combinato con un sistema supportato da vele tradizionali, oltre a un propulsore ibrido, ridurrà l’impatto del carbonio al minimo indispensabile» spiega Yvan Bourgnon sul sito di The Sea cleaners.
Un intervento rapido
La forza della barca è la sua mobilità. Raccoglierà la plastica più vicino alla ‘fonte’, vale a dire vicino alla costa. «Solo una nave fornisce la mobilità necessaria per rapide escursioni ai banchi di plastica ancora concentrati dai venti e dalle correnti prima di iniziare le loro derive nell’oceano verso il continente di plastica». La nave interverrà anche in alto mare: «Questo veliero straordinario ha anche la capacità di intervenire rapidamente sulle aree più critiche di inquinamento», vale a dire le zone concentrate dalle correnti o dopo una catastrofe naturale come uno tsunami, un uragano o inondazioni. «Intervenendo subito dopo il disastro, vi è potenzialmente l’opportunità di recuperare grandi quantitativi, andando direttamente nelle zone più contaminate», dice Yvan Bourgnon. Più passa il tempo, più macro-rifiuti si frammentano a contatto con le onde e i raggi UV e si trasformano in micro-rifiuti e nano-rifiuti. Questi vengono quindi assimilati dagli organismi marini.
Una campagna di crowdfunding
Per realizzare questo grande progetto, una campagna di crowdfunding è stata lanciata il 14 ottobre sulla piattaforma KissKissBankBank per sostenere il lancio di The Sea Cleaners e un prototipo che verrà realizzato nel 2017. Al momento della scrittura, più di 76.000 euro sono stati raccolti. La prima campagna di raccolta di rifiuti oceanici è prevista nel 2021. Questo progetto ricorda il giovane Boyan Slat e la sua invenzione ‘Ocean Clean Up’. Quest’ultimo ha sviluppato una barriera in grado di intrappolare rifiuti plastici. O ancora quello di quattro giovani bretoni, ‘Sailing For Change’, che hanno intrapreso la sfida di un giro del mondo in barca a vela a rifiuti zero. Per due anni, attraverseranno tre oceani e effettueranno trenta soste, con l’obiettivo di dimostrare che è possibile vivere senza produrre rifiuti.