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Usa, 5 bombe in New Jersey dopo l’attentato a New York

19 Settembre 2016


Altre cinque bombe trovate in New Jersey. Dopo gli attacchi del 18 settembre. Sospetti fermati sul ponte di Brooklyn. Ipotesi cellula attiva nella Grande Mela.

Non trovano pace gli Stati Uniti d’America, non trova pace la East Coast. Dopo le bombe esplose il 18 settembre, con 29 persone ferite nel quartiere di Chelsea, a Manhattan, e lo scoppio senza conseguenze a Seaside Park, a tremare è stato ancora una volta il New Jersey. Ed è impossibile escludere che tutto sia collegato, che dietro questi atti definiti «intenzionali» dal sindaco di New York Bill De Blasio ci sia l’attività di una cellula terroristica attiva nella Grande Mela, come ipotizzato dagli investigatori.
TROVATE IN UNO ZAINO. Cinque bombe sono state trovate dentro uno zaino vicino a una stazione ferroviaria nella città di Elizabeth.
Uno degli ordigni è esploso poco dopo la mezzanotte e mezza ora locale (le 6.30 in Italia), mentre un robot di una squadra di artificieri dell’Fbi cercava di disinnescarlo. Nessuno é rimasto ferito.
Una scoppio arrivato mentre la Grande Mela cercava di prendere sonno al termine di una giornata complicata.
L’allarme è scattato verso le 21 (le 3 in Italia), quando due uomini – secondo quanto riportano i media – avrebbero trovato un pacco sospetto dentro un secchio della spazzatura. Nel pacco si intravedevano alcuni tubi da cui fuoriuscivano dei fili elettrici.
SIMILE ALLA BOMBA DI SEASIDE PARK. La Nbc ha riportato che fonti investigative parlano di un congegno molto simile all’ordigno esploso a Seaside Park, in New Jersey, la mattina di domenica 18 settembre.
Immediatamente è stato interrotto il traffico ferroviario e sono stati bloccati tutti i treni in partenza da New York per il New Jersey.
Quasi in contemporanea con l’allarme scattato ad Elizabeth, ad un posto di blocco nei pressi del ponte di Verrazano, a Brooklyn, gli agenti dell’Fbi hanno fermato cinque persone che – provenienti dal New Jersey e da Staten Island – viaggiavano in direzione dell’aeroporto Jfk. Sono residenti a Elizabeth, la città delle cinque bombe trovate nella notte tra domenica e lunedì, ma si pensa possano essere collegate anche all’esplosione di Chelsea. Nei confronti dei cinque, tuttora sotto interrogatorio, non sarebbero ancora stati presi provvedimenti. Ma i media parlano di armi nascoste nel loro suv.
RENZI ARRIVA A NEW YORK. Intanto in una New York blindatissima sono arrivati i primi leader (tra cui Matteo Renzi e Barack Obama) che parteciperanno all’assemblea generale dell’Onu. Ed è una corsa contro il tempo da parte degli investigatori per fare chiarezza sull’esplosione di domenica, che a distanza di oltre 24 ore resta ancora un mistero per quel che riguarda gli autori e il movente. Nessuno ha rivendicato gli attentati. Nemmeno l’Isis, che pure ha messo subito la sua firma sull’aggressione in Minnesota, dove otto persone sono rimaste ferite e il killer, ucciso dalla polizia, è stato poco dopo nominato dal gruppo «soldato del Califfato». Ma la pista del terrorismo prende sempre più corpo.