Facebook e Israele annunciano ufficialmente una collaborazione per censurare i contenuti sui social media
di Whitney Webb, traduzione italiana di Simonetta Lambertini, Invicta Palestina, 16.09.2016.
Dopo le polemiche seguite alla censura che Facebook ha fatto di una fotografia famosa in tutto il mondo della guerra del Vietnam, Facebook ha accettato di “lavorare insieme” al governo di Israele per censurare contenuti che funzionari israeliani ritengano essere impropri. Facebook ha annunciato ufficialmente l’accordo di “cooperazione”, dopo un incontro che ha avuto luogo l’11 settembre tra ministri del governo israeliano e alti dirigenti di Facebook. La spinta frenetica del governo israeliano a monitorare e censurare i contenuti di Facebook che ritiene inadeguati è conseguenza del successo virale di BDS, Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni, un movimento non violento globale che lavora per denunciare le violazioni dei diritti umani israeliani.
Il successo di BDS ha colpito un nervo scoperto di Israele tanto da portare il suo governo ad approvare una legge che permette di spiare e deportare attivisti stranieri che operano in Israele e Palestina. Israele ha minacciato anche la vita di sostenitori BDS ed ha esercitato pressioni perché in tutto il mondo vengano prese misure legislative contro il BDS. Ora cercano di arginare ogni ulteriore successo BDS controllando direttamente il contenuto degli utenti di Facebook.
Foto scaricata su Facebook da un soldato israeliano con “Vendetta”, scritto sul petto per incitare a rappresaglie contro i palestinesi dopo che 3 adolescenti israeliani erano stati uccisi. Il suo post non è stato censurato da Facebook ed è stato elogiato dal Times of Israel
In quella che è un’evidente e preoccupante disparità, i post su Facebook che incitano alla violenza contro i palestinesi sono sorprendentemente diffusi, ma Facebook raramente censura questi post. Secondo il giornalista vincitore del premio Pulitzer, Glenn Greenwald, questa disparità sottolinea “i gravi pericoli di ritrovare il nostro discorso pubblico sopraffatto, regolato e controllato da un piccolo numero di irresponsabili giganti tecnologici”.
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