General

Esiste un legame tra delitto d’onore e Islam?

di Stefania Arru
2 Agosto 2016

“Although honor killings are typically associated with Muslim countries
like Turkey, Iraq and especially Pakistan, the practice has nothing to do with
Islam. Rather, it is rooted in ancient tribal customs whereby the “honor” of a
family or a whole village is represented by the morality, chastity and proper
behavior of its women. Any perceived violation of that sense of honor often
leads to deadly consequences.
Honor crimes are also widespread among Sikhs and Hindus in India, across
North Africa, and have even been reported in Eastern Europe and Brazil. It is
also on the increase in Western Europe and North America.”[1]
Secondo la convinzione generale dei paesi
occidentali, gli omicidi d’onore sono pratiche legate solamente alle
popolazioni mussulmane, in quanto sarebbero consentite dalla legge islamica, la
Shariah.
In realtà tale convincimento si rivela
essere un errato pregiudizio causato
dalla disinformazione:[2]
i delitti si verificano in tutto il mondo, dal Brasile all’India, dalla Gran
Bretagna all’Italia[3],
indipendentemente dalla religione professata dai loro attori, ad esempio in
Pakistan sono stati registrati casi sia all’interno delle comunità Mussulmane,
sia Cristiane che Indù. Infatti, i testi sacri delle religioni citate,
supportano e giustificano il mantenimento dei tradizionali ruoli sociali basati
sulla diversità di sesso, sostengono la superiorità dell’uomo sulla donna e
l’associazione tra la sessualità femminile e l’onore[4].
Storicamente, le origini del reato d’onore
sono riconducibili alla parte orientale del Mar mediterraneo, dove le religioni
maggiormente diffuse erano il cristianesimo e l’ebraismo, dove l’islam non si
era ancora diffuso. [5]
Le primissime
fonti legislative
che rivelano la presenza dei delitti sono i codici di
Hammurabi nel 1752 a.c. e le leggi del diritto di famiglia dell’Impero romano,
le quali, in particolare, permettevano all’uomo di uccidere la moglie o la
figlia, se scoperte ad avere relazioni sessuali illegittime.
La legge islamica invece, non promuove, né
approva l’esistenza dei delitti d’onore
.
Nel Corano, infatti
gli omicidi sono pratiche proibite e la vita è considerata un valore importante
[6]: “The protection of a life and procreation of
a person, may be a man or woman, is regarded as a fundamental objective of
Shariah [Islamic Code of life]
.”[7]
Nel testo religioso si fa riferimento alla
singola persona e all’esistenza sulla Terra, senza differenza tra uomo e donna,
ciò che conta è la vita dell’individuo.
Il Corano non contempla punizioni più aspre
per la donna che per l’uomo neanche quando sono commesse violazioni dei doveri
sessuali; parlando del comportamento sessuale, il testo religioso pone una
diversità tra i sessi quando identifica gli uomini come persone razionali e
capaci di controllarsi e le donne come esseri fragili emotivamente, che
necessitano di una sorta di sorveglianza da parte dei maschi. [8]
Nel caso in cui la donna ponga in essere
atti sessuali non consentiti, la legge religiosa prevede delle pene molto
severe, che arrivano fino alla lapidazione, ma mai all’assassinio.[9]
Anzi la legge islamica richiede a tutti i fedeli di seguire sempre la
disciplina religiosa durante la vita e di non comportarsi come giudici; in
particolare nel caso in cui debbano fronteggiare situazioni complicate, devono
sottoporle ai tribunali e alle autorità governative.[10]
In più, a sostegno di questa tesi, molti
mussulmani coinvolti nei crimini, negando la connessione tra delitto e
religione, giustificano la condotta omicida affermando che la tradizione è più forte della religione e sostengono che i principi sulle
relazioni sessuali nella legge islamica sono coerenti con le leggi
“occidentali” sui diritti umani.[11]
La sfera religiosa viene quindi tenuta
distante da quella legata alle tradizioni sociali; ne sono una dimostrazione i
casi in cui i familiari della vittima assassinata in nome dell’onore decidono
di non partecipare al funerale, di non pagare la cerimonia e di non
interessarsi del luogo della sepoltura, a volte la sola richiesta che viene
avanzata dai parenti è contraddistinguere la tomba da un segno nero che mostra
a chiunque il disonore che quella persona ha arrecato e per il quale è morta.
Le
persone entrarono nella moschea per celebrare il funerale della vittima, perché
avevano sentito dire che l’uomo era stato ucciso in un incidente stradale.
Successivamente quando scoprirono che io e mio marito l’avevamo assassinato per
il nostro onore, uscirono dall’edificio senza partecipare alla preghiera e
aspettare la fine del funerale. Questo mi è stato detto dall’imam quando mi
fece visita in prigione”.
(Intervista ad una donna condannata).[12]
Il comportamento di queste persone mostra
cosa sia realmente importante, se il perseguire la propria religione e
affidarsi alla preghiera quando un soggetto perda la vita, o dar maggior valore
ai principi tradizionali della propria cultura e dare importanza al “codice
dell’onore.”
Diverso da questa posizione strettamente
legata alla lettera del testo religioso, è l’orientamento
minoritario
che sostiene una connessione tra il fenomeno degli omicidi d’onore
e la religione, non perché il delitto sia insito nel Corano, ma in ragione
dell’interpretazione che i fedeli danno alle fonti religiose integrandole con
gli usi e le consuetudini culturali.
Infatti, il Corano e l’hadith, i racconti
della vita di Maometto, sono interpretati in diversi modi, anche contraddittori
alle interpretazioni storiche e ai commentari religiosi. In particolare diversi
hadith sono stati modificati durante la conquista araba, la quale ha portato ad
una intensa islamizzazione dei molti popoli dominati e che ha comportato una
profonda integrazione della religione nella cultura tradizionale.
La base della cultura di tali popoli
risiedeva nel patriarcato e nel sistema sociale fondato sull’onore; la
religione mussulmana si è interconnessa alla tradizione, portando i credenti a
considerare i propri valori culturali come religiosi, sebbene la lettera del
Corano a volte risulti diversa od opposta.
La convinzione si è poi tradotta in una
visione estrema, facendo credere a molti mussulmani che l’uomo è l’incarnazione
di Allah, e l’ingratitudine verso il marito è irriconoscenza nei confronti di
Allah. Da questa premessa è chiaro il motivo per cui tanti credenti
conferiscono un significato religioso all’onore e giudicano la disobbedienza
della donna come crimine sociale e religioso.[13]


[1]GHOSH,
Intervista a  Bingul Durbas, ricercato in sociologia e studi sul genere
all’Università di  Sussex, Inghilterra , http://www.ibtimes.com/honor-killings-scourge-turkey-part-1-297361
[2] CORBIN, Between
saviors and savages: the effect of Turkey’s revised penal code on the
transformation of honor killings into honor suicides and why community
discource is necessary for honor crime eradication, in Emory international law
rewiew, vol. 29, 287
[3] Si veda paragrafo 1.6
[4] UGURLU, AKABAS,“Honor” and “Honor violence against Woman” in the honor cultures :
social psychological explanations, in Turksih psychological
, 2013, pag 93
[5]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto
penale della repubblica di Turchia,
2012, pag 195.
[6] CORBIN, Between
saviors and savages: the effect of Turkey’s revised penal code on the
transformation of honor killings into honor suicides and why community
discource is necessary for honor crime eradication, in Emory international law
rewiew, 2014, vol. 29, pag 289
[7] NIAZ, MUFTLI, ABDULLAH, FAZLE, NAQEEB, Honor Killing in Pakistan: An Islamic
Perspective, i
n Asian social science,
vol. 8, n 10, pag 180.
[8] IKKARACAN,Islam and the women’s sexuality : a
research report from Turkey, in Good sex : feminist perspectives from the
world’s religions, 2001, pag 1.
[9]
RIONDATO e ALAGNA, Padova University press, Diritto
penale della repubblica di Turchia
, Padova, 2012, pag 196.
[10] NIAZ, MUFTLI, ABDULLAH, FAZLE, NAQEEB, Honor Killing in Pakistan: An Islamic
Perspective,
in Asian social science, vol. 8, n 10, pag 180- 184.
[11] CORBIN, Between
saviors and savages: the effect of Turkey’s revised penal code on the
transformation of honor killings into honor suicides and why community
discource is necessary for honor crime eradication, in Emory international law
rewiew,
2014, vol. 29, pag 288.
[12] DOGAN, The
profiles of victims, perpetrators, and unfounded beliefs in honor killings in
Turkey, in Homicide studies
, 2014, vol. 18, pag 408.
[13] RUBIN, Between
Traditional Practice and Secular Law: Examining Honor Killings in Modern Turkey
,
2010, in middlebury.edu.