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Gabriel García Márquez raccontato da un fumetto

di Federica D’Alfonso, 13 giugno 2016.

A distanza di due anni dalla morte del grande Gabriel García Márquez,
Tunuè Edizioni pubblica in Italia “Gabo – Memorie di una vita magica”:
una graphic novel che ricostruisce attraverso flashback e salti
temporali la vita del premio Nobel colombiano, ispirandosi al suo
romanzo più famoso, “Cent’anni di solitudine”. 

Gabriel Garcia Marquez racconta, in un’intervista, di aver iniziato a
narrare storie disegnando, da piccolo. Ed è proprio attraverso il
disegno che la sua vita viene raccontata in “Gabo – Memorie di una vita
magica”, graphic novel vincitrice del premio come ‘Miglior libro a
fumetti dell’America Latina’ al festival internazionale del libro di
Buenos Aires 2014. Tradotto da Alessandra Malvestio e pubblicato in
Italia da Tunué Edizioni, il fumetto racconta i momenti fondamentali
della vita del premio Nobel, racchiudendo in uno stile unico ed
inconfondibile il realismo magico di Marquez e l’atmosfera della sua
Colombia inondata dal sole.

Un lavoro per niente
semplice: negli ultimi anni la vita di Gabo è stata descritta in una
quantità notevole di biografie, anche dallo stesso Marquez (nella
famosissima “Vivere per raccontarla”).
Una vita densa di
avvenimenti, di riflessioni, di episodi pubblici e privati che hanno
portato lo scrittore ad essere uno dei più amati del Novecento. Dunque
scegliere di raccontare in immagini l’esistenza di uomo e di poeta di
Marquez non poteva non richiedere l’aiuto di ben 5 professionisti:
quattro disegnatori, e uno sceneggiatore, sono stati necessari per
mettere insieme le immagini e le suggestioni del fumetto.


Tatiana Córdoba, famosa in Colombia, Stati Uniti e Messico per i suoi dipinti a olio chiamati “estampa series”; Miguel Bustos,
disegnatore grafico dell’Università della Colombia; Felipe Camargo
Rojas e Juliàn David Naranjo Morales, entrambi disegnatori e artisti; e
infine Oscar Pantoja, sceneggiatore e scrittore, vincitore del premio
Alejo Carpentier per il rimanzo El Hijo: questi gli artisti che hanno
partecipato all’ambizioso progetto di “Gabo”.

Cinque distinte personalità, raccordate e messe insieme
dall’occhio attento di Pontoja, il quale ha scelto di non raccontare in
modo lineare gli eventi,
ma attraverso flashback e
flashforward, che contribuiscono a ricreare, anche nel fumetto,
l’atmosfera di “magia” tipica delle opere di Marquez. Giocare con il
tempo, e con i ricordi, infatti, era una delle cose che Gabo amava fare
di più: si pensi a Cent’anni di solitudine, dove il tempo è relativo, e
la realtà si deforma risultando allo stesso tempo bella e malinconica.
Il fumetto è giocato, stilisticamente, sull’alternanza di alcuni colori
fondamentali: azzurro, verde, rosa e giallo, che si alternano in base al
momento e al tipo di ricordo rappresentato.


Il racconto
inizia da un momento della vita di Gabo molto particolare: siamo nel
1965, e durante un viaggio in macchina per la strade di Acapulco insieme
ai figli e alla moglie Mercedes,
Marquez trova l’ispirazione
per scrivere l’incipit di Cent’anni di solitudine. Riaffiorano nella sua
mente i ricordi dell’infanzia passata con il nonno al villaggio di
Aracataca, e i componenti della Famiglia Buendìa, e al villaggio di
Macondo, prendono finalmente vita. Un lungo flashback racconta
l’infanzia di Gabo: la sorellina che mangiava la terra, il nonno
Nicolas, il liceo a Barranquilla, il primo incontro con Mercedes, e i
primi lavori come giornalista e i viaggi tra Parigi, Roma e Mosca. E poi
l’amicizia con Fidel Castro, il matrimonio con Mercedes, e il premio
Nobel, finalmente, nel 1982.

FONTE: Fanpage