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L’ideale indiano della femminilità è stato travolto da una donna con la cresta

di Sohini Chatterjee, trad. Agnese Tortosa, 27 Maggio 2016.

Non si dice “la bellezza sta negli occhi di chi guarda” tanto per
dirlo. Nella maggior parte dei casi la bellezza è soggettiva, si
differenzia tra varie culture ed è profondamente influenzata dalle
tradizioni e dalle regole di genere.



Provate a chiedere ad un indiano la definizione di “bellezza femminile tradizionale[en, come i link successivi salvo diversa indicazione],
e riceverete un’infinità di opinioni e giudizi personali. L’India ha
aperto la propria economia al business internazionale solo negli anni
Novanta, e da allora i gusti occidentali hanno avuto una forte influenza
nel mondo della moda. Molte giovani donne sfidano la tradizione indiana
indossando i jeans al posto dei classici salwar kameez [it] e rifiutando di portare i capelli lunghi, due aspetti non sempre benvenuti nella conservativa società indiana.



È stata esattamente questa la realtà che si è presentata all’artista visiva Sharmistha Ray, quando è tornata nel suo paese natio dopo aver completato gli studi.


In un recente articolo pubblicato su Medium,
Ray racconta che il motivo per cui è stata messa in risalto la sua
figura, sfortunatamente non è da attribuirsi al suo lavoro, ma al suo
taglio di capelli. Al tempo, infatti, l’artista portava i capelli con un
taglio alla moicana e si truccava poco. Un giorno le venne anche
proposto da un funzionario del governo di fargli da escort. 

Fu in quel
momento che la Ray realizzò quanto stesse, inconsapevolmente, incarnando
l’esempio della ribellione femminile all’ideale di bellezza indiano.



L’artista continua dicendo che ha provato a conformarsi agli standard
di bellezza indiani mentre lavorava in una galleria d’arte a Mumbai,
capitale finanziaria e polo indiscusso di sfarzo e stile. Si è lasciata
crescere i capelli ed ha imparato persino l’arte di camminare sui tacchi
alti senza lasciarsi scappare neanche un piccolo lamento.


Ma ben presto ha deciso di tagliarsi di nuovo i capelli, ritornando alla sua vera natura.

Scegliere di vivere la vita secondo le sue regole, dice, l’ha portata a
provare un’incomparabile felicità. Ha deciso addirittura di tingere la
sua cresta di biondo.

Ray appartiene ad un ceto sociale alto, è un donna colta ed
indipendente. Nonostante questo, le hanno affibbiato appellativi poco
lusinghieri quando ha provato ad essere se stessa in un modo che va
contro tutti i princìpi indiani riguardo la bellezza femminile. 

socialmedia sono pieni di commenti come questi che accomunano le donne che portano i capelli corti a “femministe” rabbiose e irriducibili.

Il modo in cui la gente sceglie di apparire è qualcosa di
profondamente personale. 

Per quanto possa essere carico o meno di
significato, è comunque una via che porta all’espressione di se stessi.
Se una donna sceglie di portare i capelli corti o di vestire in un modo
che può sembrare sovversivo, lasciamola semplicemente essere se stessa.

FONTE: Global Voices