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La moda dei libri da colorare, nel XVII secolo

24 Maggio 2016.
Si
diffuse grazie alla stampa e agli acquerelli, come mostra la storia
di un poema pubblicato nel 1612 con mappe da dipingere per distendere
la mente.


 
I libri
da colorare per adulti
sono una delle mode letterarie degli
ultimi anni: le case editrici li pubblicano ormai su
qualsiasi argomento, mentre giornali e riviste li
consigliano e ne spiegano l’utilità, alimentando il fenomeno. 
Il
Guardian va
indietro nel tempo
e racconta di un libro stampato in
Inghilterra all’inizio del XVII secolo che conteneva illustrazioni
da colorare per adulti (quei pochi ricchi che potevano permettersi di
comprarlo). 
I disegni sono mappe dell’Inghilterra e del Galles
realizzate dal cartografo e incisore William Hole (?-1624): non sono
rappresentazioni in scala e realistiche, ma illustrazioni che
accompagnano il poema Poly-Olbion
del poeta Michael Drayton (1563-1631), che descrive la geografia
inglese e le leggende legate a ogni contea in 15mila versi. 
Il
libro sarà ripubblicato il 30 giugno in quattro diversi volumi con
il titolo Albion’s
Glorious Ile
(cioè “La gloriosa isola di Albione”;
Albione è un antico nome della Gran Bretagna) dalla casa editrice
Unicorn Press, proposti come libri da colorare per adulti.


Il libro originale fu
pubblicato in due parti, la prima nel 1612 e la seconda nel 1622, un
periodo in cui, spiega la storica dell’arte Anne Louise Avery:
«divenne di moda colorarsi i libri da sé, per i nobili era un
passatempo. Prima della stampa c’erano mappe manoscritte così
preziose che ci voleva un professionista per colorarle, in più i
pigmenti erano molto cari. Poi sono arrivate le mappe xilografiche,
che avevano bisogno di pigmenti più pesanti. Le mappe stampate però
richiedevano colori più leggeri, cosa che portò alla nascita degli
acquerelli. Divennero molto popolari perché c’era questa teoria
per cui avevano un effetto positivo sulla mente». 
È una teoria
molto simile a quella detta dell’odierna “mindfulness“,
condivisa da molti adulti appassionati di libri da colorare. Avery
aggiunge anche che «dipingere divenne un’attività molto
diffusa, perlomeno fino al XIX secolo quando la tecnologia permise di
stampare le mappe direttamente a colori», anziché stamparle in
bianco e nero e poi colorarle a mano.



Hole
avrebbe dovuto realizzare un secondo volume dedicato alle mappe
scozzesi ma il progetto venne abbandonato dopo che la seconda
edizione vendette poco (soprattutto perché nel frattempo il gusto
per la mitologia, lo stesso delle opere teatrali di William
Shakespeare
, era passato di moda).





FONTE: Il Post