Golpe in Liguria.
Salvia, vice,
02 Aprile 2016
primi passi del manuale del bravo golpista prevede l’occupazione dei
mezzi di comunicazione, in primis televisioni e radio, attraverso cui
rendere conto nel minor tempo possibile delle proprie intenzioni.
Immagino sia questa la strategia che avevano in mente i “golpisti”
francesi quando una decina di giorni fa hanno cercato di prendere il
potere nell’autoproclamato Principato di Seborga, poco lontano da
Sanremo.
Ufficialmente, Seborga
non è un principato: per il governo italiano è solo un comune di
circa 300 abitanti in provincia di Imperia. La sua indipendenza—che
si basa su un presunto status di Principato di cui la cittadina
avrebbe anticamente goduto—è stata dichiarata nel 1996 dal
giornalista Giorgio Carbone
(Giorgio I), ma non viene
riconosciuta dall’Italia e da allora si è manifestata unicamente a
livello simbolico e folkloristico.
Ciò significa che, nella pratica, il
Principato di Seborga è al massimo un paesino dell’entroterra
ligure con un ente turistico sopra le righe, che negli anni ha
vantato una propria “moneta,” si è servito di un consiglio
di ministri privo di potere legale ed è stato accomunato più a una
trovata pubblicitaria per turisti e investitori che non a un qualche
pericolo o anomalia sul territorio italiano.
Eppure, dallo scorso 17 marzo—e in
particolare da ieri, quando la notizia è stata riportata a livello
nazionale—i giornali hanno iniziato a parlarne proprio in
riferimento al “golpe”.
Stando a quanto riferito da La
Stampa, in quella data
sarebbe comparso un nuovo sito ufficiale a nome del Principato,
PrincipauteDeSeborga.com,
in cui si proclamava sovrano un certo Nicolas
Mutte con il nome di Nicolas I.
A quanto pare anche Seborga TV, l’emittente televisiva
locale, sarebbe finita sotto il controllo di Mutte.
E per quanto possa sembrare assurdo
parlare di “colpo di stato” e “golpisti” per una
vicenda del genere, legata essenzialmente al sito web di una realtà
simil-disneyana, è così che questa è stata descritta da molti
organi di stampa, con tanto di vocabolario e immaginario degni dei
moti carbonari in un giornale dell’Ottocento.
Per capire cosa stia effettivamente
succedendo mi sono messo in contatto con Maria Carmela Serra,
ministro dell’Istruzione e portavoce del Principato.
I contatti del Governo, come per ogni
Principato non riconosciuto che si rispetti, erano tutti sul sito
ufficiale, e mi hanno permesso di appurare che la mente del colpo di
stato sarebbe Marcel Mentil, cittadino francese amico di lunga
data del Principato e nominato solo l’estate scorsa Console di
Seborga in Francia.
“Marcel Mentil, a cui era stata
delegata la gestione della rete tv, ci ha traditi,” mi ha detto
al telefono Maria Carmela Serra. “Ha nominato principe un suo
amico, questo Mutte che tra l’altro discende da Napoleone, e gli ha
passato la gestione del sito della tv locale.”
Nicolas Mutte |
Napoleone,” Nicolas Mutte è uno scrittore e il vicepresidente
di una presunta “Fondation pour le developpement des
nations”, che si occupa di progetti che vanno dalla
produzione di film tratti dai libri di Mutte, alla cura per il
cancro, alla realizzazione di aeroporti e ospedali.
Da allora il sito dei golpisti è
stato aggiornato e modificato ogni giorno, ma solo il 20 marzo il
vero principe—Marcello I, in quel momento in visita
istituzionale negli Emirati Arabi Uniti—si sarebbe accorto del
furto del sito di Seborga Tv e dell’esistenza del sito francese di
Seborga.
L’allarme sul “Colpo di Stato in atto nel Principato di
Seborga” è stato immediato.
In un comunicato comparso sul sito
ufficiale del principato e aggiornato al 29 marzo, per esempio, si
spiega che oltre ad aggiornare il sito Mutte e i suoi collaboratori
avrebbero svolto alcuni incontri diplomatici spacciandosi per
rappresentanti ufficiali del Principato—oltre ad aver conferito la
cittadinanza onoraria di Seborga a persone “che il principato
non conosce”e ad aver nominato un console di Seborga nella
Repubblica Centrafricana.
Sempre riconducibili a Mutte, prosegue
il comunicato, sarebbero anche un altro sito, a nome di una
presunta”Direction de
l’Information Légale et Administrative de la Principauté de
Seborga” e un account
Twitter istituzionale, che è stato subito sospeso su richiesta del
governo del Principato di Seborga.
Viste le circostanze, riferisce la
stampa, Marcello I è stato costretto ad abbreviare la sua permanenza
negli Emirati, e al suo rientro è già prevista una riunione
straordinaria del Consiglio della Corona, l’organo di governo di
Seborga che sta gestendo la crisi in sua assenza e che ha già
provveduto a inviare una diffida formale a Mutte invitandolo a non
utilizzare i loghi e le diciture del Principato.
“Dal punto di vista legale,
l’unico modo in cui possiamo colpirli è questo,” mi ha spiegato
Serra.
“I loghi e le diciture del Principato sono marchi
registrati e come tali sono protetti dalla legge internazionale sul
diritto d’autore.
Per il resto,
possiamo solo combatterli con la stampa.”
In un’intervista, Marcello I si è
detto “scioccato e deluso” dal comportamento di Mentil.
“Abbiamo scoperto di quel sito solo tre giorni fa e abbiamo
cercato di contattare ripetutamente il signor Mentil,” ha detto.
“Lui e la sua famiglia avevano tutta la nostra fiducia. Non
abbiamo avuto risposta o giustificazione e l’interesse prevalente è
stato quello di tutelare il principato e la sua gente. Non capiamo il
motivo di quest’azione.”
Secondo Serra, il motivo potrebbe
essere il desiderio di Mentil e Mutte di arrivare a una vera
indipendenza di Seborga dallo stato italiano, con ogni mezzo.
“Questi personaggi sono
pericolosi,” mi ha detto. “Anche noi vogliamo
l’indipendenza, ma siamo sempre in regola con lo Stato italiano.
Questi personaggi invece sono francesi e se ne fregano dello Stato
italiano, e sono pericolosi anche perché sono colti e ben inseriti
in politica, a Strasburgo.”
Anche per i sovrani di Seborga Mentil
e Mutte rappresentano un pericolo da non sottovalutare. “Questi
fanno sul serio,” ha detto la principessa consorte Nina in un
messaggio agli abitanti di Seborga, “e sono anche ben
organizzati. Occorre che reagiate compatti e con decisione e se
possibile in fretta.”
“Non può esservi Principe di
Seborga,” ha concluso Marcello “che non sia legittimamente
eletto dai seborghini, i quali rifiutano unanimi con convinzione e
fermezza tutti coloro che mostrano interesse verso il Principato con
il solo fine di sfruttare un titolo per perseguire meri interessi
personali.”
Come è chiaro da queste
dichiarazioni, sia le parti in causa che i giornali sembrano aver
dato un enorme rilievo all’accaduto, che per le sue caratteristiche e
il suo svolgimento è più simile al furto di una pagina Facebook che
non a un vero e proprio colpo di stato.
Vista dall’esterno, infatti, tutta questa disputa appare
quantomeno ridicola—soprattutto perché tutti sembrano dimenticare
che il Principato non è indipendente e che oltre ad avere un
“principe” ha anche un sindaco che si occupa materialmente
di gestire il Comune.