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Restauro sociale a costo zero, il bene torna comune.

di Giulia
Polito, buonenotizie.corriere,
02 Aprile 2016
 
Metti un
edificio pubblico abbandonato (per il cui restauro occorrono denaro e
forza lavoro) e un gruppo di cittadini di buona volontà che
quell’edificio lo sente in qualche modo suo. Lì si incontrano gli
anziani del quartiere che con passo lento ma deciso se ne prendono
cura. Fondano un loro club, un circolo ricreativo in cui i soci
trascorrono il tempo in compagnia e si riuniscono per le occasioni
speciali.
Ma
a mancare sono le voci e le risate dei bambini.
Siamo nel
cuore di Treviso, nei pressi di Viale della Repubblica.
Quel
bell’edificio dei primi del ‘900, con un grande giardino e ampie
vetrate, era una scuola elementare: la ex scuola Cantù. Da tanti
anni i bimbi non si vedono più.
Senza loro,
anche l’imponente struttura si è spenta.
Fino
ad oggi. Perché vuoi per follia o vuoi per necessità, i genitori e
i maestri della neonata Scuola di Titù una soluzione l’hanno
trovata.
Per la
Scuola di Titù occorreva una sede ampia e attrezzata per portare
avanti il proprio progetto sperimentale in cui i ragazzi possano
appassionarsi allo studio e dove la loro individualità sia
valorizzata.
Così
maestri e genitori promotori del progetto fondano la cooperativa
Ambrosia Onlus
, con cui partecipano ad un bando pubblicato dal
Comune di Treviso che assegna loro il bene. Ed è da quel momento che
il sogno dei grandi e dei piccoli della Scuola di Titù inizia a
prendere forma. I bambini proseguono nelle attività scolastiche, gli
adulti iniziano a pensare a cosa vorrebbero per i loro figli.
E
soprattutto a come realizzare tutti i loro progetti.
La voce si
sparge e ben presto genitori e maestri della scuola si rendono conto
che non sono i soli a credere che valga la pena investire in un
progetto di riqualificazione della vecchia struttura. Individuano un
metodo vincente, iniziando a chiedere «poco a tanti».
Quasi
nessuno dice di no.
Giorno dopo
giorno la vecchia scuola viene ripulita, dotata di un impianto
elettrico nuovo.
Arrivano anche le pareti di cartongesso e tutti i
materiali necessari al restauro.
Le
donazioni, in beni o in denaro, arrivano dalle aziende o dalle
imprese.
I
professionisti accompagnano genitori e maestri nella fase di
progettazione.
Ai lavori
prendono parte anche i ragazzi della Scuola Edile che hanno
fatto del cantiere un “campo di pratica”. 
E se manca qualcosa,
una pala o una carriola, basta una telefonata o un messaggio su
Whatsapp: qualcuno risponderà sempre con la soluzione a portata di
mano.
C’è
tutta una comunità intorno al progetto delle ex Elementari di Cantù.
Cittadini
tutti evidentemente convinti, come «gli amici del fare» della
Scuola di Titù, che il bene pubblico sia bene di tutti e che tocchi
ad ognuno contribuire per suo mantenimento.
Da Treviso
parte una forma di «restauro sociale a costo zero», una
scuola interamente autofinanziata dalla collettività per la
collettività.
Con nel
cuore e nella mente l’obiettivo ultimo di costruire una scuola a
misura di bambino e non solo. Perché il Club Persone Anziane,
che attualmente si trova nell’edificio, continuerà a vivere lì.
«Per noi – spiegano i promotori – rappresenta un valore aggiunto
nella nostra volontà di riavvicinare le generazioni di piccoli e
anziani, in linea con un’idea educativa che prevede di insegnare ai
bambini, oltre le materie, valori profondi e duraturi.
Per gli
anziani speriamo in un arricchimento e nella voglia di mettersi in
gioco».
Intanto a
Treviso i lavori proseguono, in un cantiere colmo di innovazione,
entusiasmo solidarietà e impegno sociale.