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Confessioni di un Sicario sui Panama Papers

Di John Perkins* per Common Dreams, traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso, 14 aprile 2016.

Fermiamo il furto legalizzato dei contribuenti onesti: criminalizziamo l’offshoring

Le Carte di Panama non dovrebbero essere
una sorpresa. Io ero lì nel 1970, quando fu messo in moto il sistema ora
rivelato. Come Sicario dell’Economia (SE), ho contribuito a forgiare questa
economia globale che si basa su crimini legalizzati. Si tratta di un sistema in
cui 62 persone possiedono tanta ricchezza quanta la metà della popolazione
mondiale, e una manciata di super-ricchi controlla governi in tutto il mondo.
Le grandi multinazionali beneficiano di infrastrutture e servizi sociali senza
pagare il conto. Il cittadino medio statunitense li paga con le tasse sui suoi
sudati introiti, mentre i più ricchi e le loro imprese nascondono i loro
redditi in paradisi fiscali come Panama.
Le origini di Panama come scudo fiscale
risalgono al 1903, quando il presidente Theodore Roosevelt fomentò una
ribellione per strappare Panama alla Colombia in modo che gli USA potessero
costruire il Canale di Panama. J.P. Morgan e la sua banca divennero l’agente
fiscale ufficiale del nuovo paese. Presto Panama approvò leggi che permisero
alla Standard Oil Company di John D. Rockefeller di registrare le sue navi lì,
evitando le tasse e i regolamenti degli Stati Uniti – così sono nati i paradisi
fiscali panamensi.
Io fui inviato a Panama per convincere
l’allora capo di stato Omar Torrijos a smetterla di insistere che gli Stati
Uniti restituissero la proprietà del canale a Panama, e per ammorbidire il suo
sostegno ai movimenti nazionalisti dell’America Latina. Torrijos non cedette
sul canale, ma lasciò che il suo paese diventasse un paradiso fiscale per le multinazionali.
Mi disse: “Se il vostro paese è determinato a sfruttare il mio, il minimo
che posso fare è aiutare le multinazionali a non pagare le tasse che supportano
la CIA e il Pentagono!”
Torrijos morì nel 1981 in un incidente
aereo che molti credono sia stato orchestrato dalla CIA. Da allora, le
amministrazioni panamensi sono state un pupazzo degli interessi commerciali USA,
e il paese è uno scudo fiscale per i super ricchi. Nel corso degli ultimi 12
anni, il sistema che ha contribuito a crearlo si è diffuso dai paesi in via di
sviluppo agli Stati Uniti, all’Europa e al resto del mondo. Il risultato è un’economia
globale fallita: due miliardi e mezzo di persone vivono al di sotto della soglia
di povertà, con meno di 2 dollari al giorno. Sette persone su 10 vivono in
paesi con diseguaglianze peggiori rispetto a 30 anni fa. Meno del 5% della
popolazione mondiale vive negli Stati Uniti, ma consuma il 25% delle risorse
del pianeta. Meno dell’1% di quel 5% detta non solo le politiche statunitensi,
ma anche quelle di massima parte degli altri paesi. E’ un sistema economico
basato sul debito, sulla paura, sulla militarizzazione e sull’estrazione delle
risorse per sostenersi, consumandosi fino all’estinzione.
Qui c’è una lezione. In questo anno di
elezioni, dobbiamo capire che il prossimo presidente degli Stati Uniti ha
poteri molto limitati. I veri poteri stanno nelle grandi multinazionali e nelle
persone che le gestiscono. Quando i miliardari sono in grado di far approvare
leggi come l’accordo di promozione commerciale Stati Uniti-Panama del 2012 e il
NAFTA, dando più potere alle loro imprese che alle nazioni sovrane, è il
momento di cambiare. Dobbiamo creare un’economia dedita a ripulire
l’inquinamento, a sviluppare nuove tecnologie che riciclino i rifiuti e
risparmino il pianeta, a creare sistemi che allevino la disperazione, la
povertà, la fame, e le cause della violenza e del terrorismo. Questo sistema
deve includere una tassazione equa: chi beneficia delle infrastrutture deve
contribuire a pagarle.
Le rivelazioni delle Carte di Panama sono
un altro atto d’accusa di un sistema fallito che conosco fin troppo bene. Molto
probabilmente queste ultime rivelazioni saranno la proverbiale goccia che fa
traboccare il vaso e ci aiuta a capire che abbiamo la responsabilità, verso noi
stessi e le future generazioni, di invertire questo corso terribilmente
distruttivo.
Può essere invertito? Guardate il Vermont.
In uno stato con meno dello 0,2% della popolazione degli Stati Uniti, un
piccolo gruppo di attivisti e blogger ha messo sotto pressione con successo
alcuni dei più grandi produttori di cibo del paese – Kellogg, General Mills,
Campbell Soup, Mars, e ConAgri – perché cambino le loro politiche e si
impegnino a etichettare gli OGM. Davide può sconfiggere Golia.
Molti vorranno concentrarsi sugli
“arcinemici” rivelati dalle Carte di Panama, come Putin, e sulle
celebrità e gli atleti strapagati. Cerchiamo di non farci distrarre. Cerchiamo
invece di concentrarci sui super ricchi – quelli che finanziano le campagne
politiche di chi sostiene i loro interessi, che promettono lauti ingaggi di
consulenza quando quei politici perdono il loro mandato, e nascondono le loro
fortune in paradisi fiscali come Panama.
Le Carte di Panama sono un monito: non si
può chiudere un occhio sui crimini legalizzati. Che la gente del Vermont incoraggi
tutti noi a passare all’azione.
* John Perkins ha scritto nove libri che
sono stati nella lista dei bestseller del New York Times per più di settanta
settimane, e tradotti in più di trenta lingue. Il suo ultimo libro “Nuove
Confessioni di un Sicario dell’Economia” (Berrett-Koehler) è uscito a
Febbraio 2016. Fra i suoi libri precedenti citiamo “Confessioni di un Sicario
dell’Economia” e “Ingannati: un sicario dell’economia rivela perché i
mercati finanziari mondiali sono implosi e che cosa dobbiamo fare per ristrutturarli”.
Ha tenuto conferenze ad Harvard, Oxford, e più di 50 altre università di tutto
il mondo. Si sono occupati di lui ABC, NBC, CNN, NPR, A & E, History
Channel, Time, New York Times, Washington Post, Cosmopolitan, Elle, Der
Spiegel, e molti altri media. Per maggiori informazioni va’ su
www.johnperkins.org.
Recensione del libro
“Quando lessi Panama’Confessioni di un
Sicario dell’Economia’, non potevo sapere che, qualche anno dopo, sarei stato dalla
parte delle vittime di quel tipo di ‘sicario dell’economia’ che Perkins descrive
così vividamente. Le sue ‘Nuove Confessioni’ sono in risonanza con le mie
esperienze sui metodi brutali e sulla grossolana irrazionalità economica che guidano
le istituzioni di potere nel loro impegno a minare il controllo democratico sul
potere economico. Ancora una volta, Perkins ha dato un contributo sostanziale a
un mondo che ha bisogno di delatori per aprire gli occhi sulle vere fonti del
potere politico, sociale ed economico”.
-Yanis Varoufakis, ex ministro delle
Finanze, Grecia.