General

Un eco-ghetto per soli Rom.

di frontierenews, 26 Marzo 2016
 
L’Associazione
21 luglio
esprime forte preoccupazione per il progetto di
costruzione di un “eco-villaggio” nel quale trasferire i circa
250 rom che attualmente vivono nell’insediamento formale di
Masseria del Pozzo a Giugliano, in provincia di Napoli.
Ancora una
volta, una misura emergenziale, costosa e senza un piano di
integrazione. Questa l’analisi dell’Associazione 21 luglio sulla
costruzione di un mega campo rom a Giuliano dove trasferire 250
persone che vivono attualmente a Masseria di Pozzo.
Un accordo
frutto di un’intesa tra il Comune di Giugliano, la Regione Campania
e il Ministero dell’Interno, che “avrebbe come conseguenza
inevitabile quella di reiterare la segregazione spaziale su base
etnica e le violazioni dei diritti umani di persone che già
sono state oggetto di una politica discriminatoria che li
ha confinati in un’area insalubre, adiacente a una discarica ad
alto tasso di inquinamento ambientale per la comprovata presenza di
rifiuti tossici e con condizioni abitative al di sotto degli
standard”, scrive l’associazione in un comunicato.
Le stesse
dinamiche si sono infatti registrate nel 2013, quando le autorità di
Giugliano hanno collocato nell’insediamento formale di Masseria
del Pozzo i rom sgomberati
forzatamente da alcuni insediamenti
informali limitrofi, escludendo peraltro dal processo decisionale i
diretti interessati e spendendo una somma di circa 400 mila euro.
Il nuovo
“eco villaggio” potrebbe diventare l’ennesimo “mega-campo”
(visto che dalla documentazione si evince la possibilità che il
nuovo insediamento potrà in futuro ospitare altri rom), segregante
su base etnica, che esclude di fatto uomini, donne e bambini da ogni
possibilità di inclusione sociale, come già dimostrato da numerose
altre esperienze italiane.
rom02

I COSTI

Il progetto
avrebbe peraltro costi economici elevatissimi: circa 1,3 milioni
di euro che suddivisi per i 44 nuclei familiari coinvolti
corrispondono a circa 30 mila euro a famiglia, ammontare che
permetterebbe di attingere a un ampio ventaglio di soluzioni
abitative rispetto a quella individuata e che permetterebbe di
adottare una progettualità di medio-lungo termine, evitando così di
mantenere la questione abitativa dei rom entro un binario parallelo
rispetto a quello della popolazione generale.

Tra i punti
oscuri del progetto
, figura anche il carattere di temporaneità
con il quale le autorità hanno definito l’intervento di
collocamento dei rom nel nuovo “eco villaggio” .
Trent’anni
di “politica dei campi” in Italia, infatti – sottolinea
l’Associazione 21 luglio – hanno ampiamente dimostrato come tali
interventi, nati come temporanei, si siano poi tramutati in soluzioni
abitative di fatto permanenti, con un contestuale deterioramento
delle condizioni abitative. 
È il caso,
solo per citare un esempio, del “villaggio attrezzato” La
Barbuta a Roma
, nato come temporaneo nel 2012 e giudicato
discriminatorio su base etnica dal Tribunale Civile di Roma nel
maggio 2015, in seguito a un’azione legale promossa da Associazione
21 luglio e Asgi.
Forti dubbi
sul progetto sono stati del resto espressi dal Presidente della
Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi
 secondo
il quale «così come concepito, l’eco-villaggio rischia fortemente
di non rappresentare una soluzione ma di porsi nuovamente come un
intervento temporaneo destinato a fallire».
BOCCIATURA
EUROPEA
Intanto, in
una lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il
Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Nils
Muižnieks
si è detto seriamente preoccupato per la
continuazione degli sgomberi forzati ai danni delle comunità rom in
Italia. “Voglio ricordare che ogni sgombero effettuato senza le
dovute garanzie procedurali e senza l’offerta di soluzioni
abitative alternative adeguate rappresenta una seria violazione degli
obblighi internazionali da parte dell’Italia. Con dispiacere
osservo la continuazione delle politiche del passato”.