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Un artista palestinese sotto occupazione: Abdullah Al-Rozzi a Gaza

Di Abdullah Al-Rozzi, Euro Palestine, 23 novembre 2015, traduzione
italiana di Milena Rampoldi di ProMosaik e.V. Il pittore, scultore ed esperto
di impianti originali, composti con dei materiali che provengono dalle
distruzioni israeliane, Abdullah Al-Rozzi ci racconta come “l’arte nasce dall’utero
della sofferenza.”
Noi artisti palestinesi a causa dell’occupazione israeliana viviamo in una realtà
amara. Come il resto del popolo palestinese, sono esposti ad attacchi razzisti,
omicidi, distruzioni, espulsioni, arresti, apartheid e inoltre anche al blocco
della striscia di Gaza.

Visto che vivo a Gaza, vi racconterò degli artisti di Gaza la cui creazione
artistica nasce dalla sofferenza.


“L’utero”, una creazione di Abdullah al-Rozzi


Ma nonostante i ripetuti bombardamenti pesanti, la situazione economica e le
condizioni di sicurezza difficoltose ed instabili la ruota della cultura e dell’arte
anche a Gaza non ha smesso di girare. Il numero degli artisti e delle mostre
negli ultimi 7 anni a Gaza è aumentato contrariamente alle aspettative.

La maggior parte dei giovani artisti non ha reddito e dipende dagli aiuti e
dalle possibilità offerte dalle istituzioni nazionali e straniere. Questo fatto
ci induce a privilegiare ed impiegare nella nostra arte materiali a basso costo
che ritroviamo nella natura e nel nostro ambiente. E spesso si tratta di
residui lasciati dalle forze coloniali.
Certi artisti naturalmente fanno ancora uso di tecniche tradizionali, ma si sono
formati anche nuovi gruppi che dipingono sui muri dello spazio pubblico o si
specializzano nell’ambito dei graffiti.  
E visto che non abbiamo possibilità di lasciare Gaza e di viaggiare cerchiamo
di diffondere i nostri messaggi attraverso i social media.
  • Ed ora vorrei raccontarvi qualcosa di me stesso:
 
Sono nato a Gaza nel 1982 e già alle superiori ho appreso l’arte. Poi ho
concluso i miei studi presso la facoltà d’arti visive dell’università al-Aqsa.
I miei lavori sono stati tutti eseguiti nella striscia di Gaza. Ho anche fatto
diverse mostre. In passato mi è stata anche offerta la possibilità di
organizzare una mostra in Cisgiordania e di partecipare a diversi concorsi all’estero.
 
Ma al momento devo guadagnarmi da vivere. E lavoro in un settore che non ha
nulla a che vedere con la mia arte. Mi occupo infatti di licenze di
importazione per veicoli a Gaza.
Purtroppo non riesco a vivere della mia arte. Le mie opere le creo a casa mia.
Non posso permettermi uno studio, visto l’aumento dei prezzi.
Vorrei salutarvi tutti cordialmente, mostrandovi una scelta del mio lavoro
(foto e video)”.

  • “Residui di un corpo”:

  • Sculture di metallo:   

     

  • Incisione sul pavimento:

In particolare lavoro anche su impianti, spesso anche monumentali,
impiegando materiali dopo ogni attacco israeliano rimangono tra le
macerie, quali ad es. in una cisterna d’acqua alta 10 metri che in passato
veniva utilizzata dai coloni israeliani che abbandonarono Gaza nel 2005. 

 


“Il tema dell’acqua e delle cisterne d’acqua nella vita e nell’opera dei
palestinesi riveste un’importanza ricorrente, se non ossessiva. Mi sono fatto
ispirare dall’opera di Ghassan Kanafani “Uomini sotto il sole”.  

Persino le scatole delle conserve deformate trovate in quei luoghi
simboleggiano la sofferenza dei palestinesi.
“Questo lavoro (sostenuto dalla fondazione A M Al-Qattan di Ramallah nel contesto
di un concorso nazionale) persegue lo scopo di trasmettere il seguente
messaggio: dobbiamo attaccarsi ai nostri diritti usurpati e superare le
barriere e i muri più elevati. Questo messaggio rispecchia la realtà dell’occupazione
di Gaza.”  

 

 
Questi due video mostrano l’artista durante il suo lavoro:
https://www.youtube.com/watch?v=RHqYISwJNmU
https://www.youtube.com/watch?v=Bea9PJ5CLok
Potete anche contattare l’artista attraverso la sua
pagina facebook per animarlo. Li troverete altre foto delle sue
opere:
https://www.facebook.com/Artist-abdullallh-alrozzi-1441709156072028/
Lo potete anche contattare via email al seguente indirizzo: rozzi.abdullah[at]gmail[dot]com