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Interview Campaign with Translators: Federica Frattarola from Italy


by Milena Rampoldi, ProMosaik e.V.- Federica Frattarola nasce a Penne, un piccolo paese abruzzese nel maggio
del 1977. Già alla scuola media scopre la propria vocazione linguistica, che
porta avanti al liceo linguistico e poi all’università. La passione per la
traduzione scoppia nel 1999, nel corso del progetto Erasmus all’Università di
Bayreuth, dove, quasi per caso, si iscrive a un corso di traduzione, che porta
a termine catturata dal fascino del “trasportare parole e senso da una lingua
all’altra”. Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, approfondisce la
sua formazione con un dottorato di ricerca in Filologia e Linguistica,
concentrandosi sui dialetti dell’area francone e dedicandosi in particolare al
linguaggio giuridico. Oggi lavora con entusiasmo come traduttrice freelance dal
tedesco e dall’inglese e opera prevalentemente nel campo giuridico e medico.

Milena Rampoldi: Quali sono i principali problemi linguistici e interculturali che i
traduttori devono affrontare nel tradurre da e verso le lingue di loro
competenza?

Federica Frattarola: Io traduco solo verso la mia lingua madre, l’italiano, dal tedesco e
dall’inglese. I principali problemi linguistici per me sono costituiti dalla
sintassi nel caso del tedesco e dallo slang nel caso dell’inglese. A livello
culturale, invece, i modi di dire sono quelli che complicano spesso il lavoro.

MR: Secondo te, cosa è importante per promuovere il dialogo interculturale?

FF: Il
dialogo interculturale può essere promosso nel momento in cui le varie culture
si pongono su un piano di equivalenza e si aprono le une verso le altre, con un
atteggiamento costruttivo, votato all’accettazione e all’arricchimento
reciproci.

MR: In che modo le traduzioni possono migliorare la comunicazione fra le
persone e promuovere la cultura dell’integrazione e della pace?

FF: La
traduzione, anche ma non esclusivamente di opere letterarie, consente un
avvicinamento culturale e linguistico in senso lato, poiché, mediante la
trasposizione in un’altra lingua, si creano i presupposti per la fruizione di
un’opera o di un contenuto altrimenti non accessibili. Il fatto di poter fruire
di un contenuto che apre le porte di una cultura può favorire la comunicazione,
in quanto incentiva la conoscenza dell’”altro”, e, non di rado, consente di
mettere da parte pregiudizi e idee infondate, proprio grazie alla possibilità
di incontrare la “cultura altra” mediante la traduzione.

MR: Come puoi spiegare agli stranieri
in che modo è differente la tua lingua?
 

FF: Dipende
da quali sono gli stranieri ai quali devo spiegare la differenza. Spiegarla a un
francese sarebbe una cosa, spiegarla a un indiano sarebbe diverso. Avendo una
formazione linguistico-glottologica, la questione si potrebbe approcciare su
questo piano, ma sono discorsi tecnici e credo non siano il massimo per
introdurre uno straniero alla conoscenza di una lingua. Le mie competenze didattiche
non mi paiono sufficienti per rispondere a questa domanda con la necessaria
preparazione.

MR: Quale pensi sia il miglior modo possibile per insegnare la tua lingua a
uno straniero?

FF: Non saprei dirlo, non
sono un’insegnante e le mie conoscenze didattiche si limitano all’esame
sostenuto all’università, per cui mi sento di lasciare la domanda agli
insegnanti, che saranno di certo in grado di rispondere con competenza.

MR: Quali sono i problemi principali che incontri nel tradurre verso una
lingua europea?

FF: Traduco
verso l’italiano dal tedesco e dall’inglese: lavorando con queste lingue, il
problema che si pone rispetto all’italiano si colloca su un livello soprattutto
sintattico.

MR: Per te cosa significano consapevolezza interculturale ed empatia interculturale?

FF: Consapevolezza interculturale significa per me tenere sempre a mente
l’esistenza di culture anche molto diverse fra loro e la necessità di
relazionarsi con le stesse; per empatia interculturale intendo invece la
capacità di porsi su un piano di equivalenza delle culture, necessario e
imprescindibile per il dialogo proficuo fra di esse, insomma la capacità di
aprirsi alle altre culture con un atteggiamento aperto e interessato, scevro da
pregiudizi e improntato allo scambio e all’interazione.