General

ISRAELE. Visegrad a casa di Netanyahu, ma la Polonia diserta

Michele Giorgio 18 febbraio 2019
Il governo di Tel Aviv ospita il vertice dei sovranisti europei con il chiaro obiettivo di indebolire l’Unione Europea. Ma all’ultimo momento il premier polacco Morawiecki cancella la visita dopo l’accusa di nazismo mossa dal primo ministro israeliano.

AGGIORNAMENTO
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki non parteciperà al vertice di Visegrad che si apre oggi in Israele. La ragione sono le dure parole del premier israeliano Netanyahu che nei giorni scorsi ha accusato la Polonia di nazismo. Al posto di Morawiecki dovrebbe andare il ministro degli Esteri Czaputowicz, ma la sua partecipazione è ancora in forse.
La scorsa settimana Netanyahu, mentre si trovava a Varsavia per il meeting anti-Iran organizzato dagli Stati Uniti, aveva accusato il governo polacco di aver collaborato con i nazisti durante la seconda guerra mondiale al fine di uccidere gli ebrei, negli anni dell’invasione tedesca del paese. Varsavia aveva convocato l’ambasciatore israeliano, mentre Netanyahu tentava di giustificarsi dicendo di essere stato capito male.
Molto più brutali le parole di Yisrael Katz, il nuovo ministro degli Esteri israeliano in vista delle elezioni: i polacchi, ha detto, succhiano antisemitismo con il latte materno. Una citazione dell’ex premier israeliano Shamir che ha fatto infuriare Varsavia.
——————————————————————————————-
Gerusalemme, 18 febbraio 2019, Nena News – I sovranisti e ultranazionalisti di tutto il mondo si uniscono. E così il gruppo di Visegrad (V4) si allarga e di fatto accoglie Israele. Per ora solo come paese alleato, si può dire che è nato il V4 Plus. Oggi Benyamin Netanyahu accoglierà a braccia aperte il leader ceco Andrej Babis, lo slovacco Peter Pellegrini, l’ungherese Viktor Orban e il polacco Mateusz Morawiecki che si ritroveranno a Gerusalemme per un summit di due giorni in cui saranno discusse politiche comuni nei confronti dei flussi migratori, sicurezza e antiterrorismo e, più in generale, il ruolo attuale e quello futuro dell’Europa.
Per il premier israeliano il V4 a Gerusalemme è un altro “successo” diplomatico da spendere nella campagna elettorale per le legislative del 9 aprile. Successo che si aggiunge a quello ottenuto a Varsavia appena qualche giorno fa quando i rappresentanti delle monarchie arabe sunnite del Golfo gli hanno assicurato, durante incontri a porte chiuse, che per loro ormai conta solo colpire l’Iran e che la questione palestinese è acqua passata.
Netanyahu sarà caloroso in modo particolare con Viktor Orban, suo amico e «stretto alleato» dello Stato ebraico come ha ripetuto a chi gli faceva notare l’antisemitismo strisciante del premier ungherese. Netanyahu ha anche scelto di ignorare il tentativo di Orban di riabilitare Miklos Horthy il leader ungherese durante la seconda guerra mondiale responsabile della deportazione di centinaia di migliaia di ebrei.
In più occasioni Netanyahu ha fatto capire che per lui è importante solo l’appoggio che Israele può ottenere dai governi stranieri. E pertanto non tiene conto del loro colore e delle loro politiche, anche quando sono repressive e antidemocratiche. Il brasiliano di estrema destra Bolsonaro e Orban gli vanno benissimo. Così come l’italiano Matteo Salvini – accolto con grandi onori lo scorso dicembre in Israele – perché esalta l’identità etnica e il rifiuto dei migranti, dei musulmani, del diverso. Li sente ideologicamente affini.
Conta solo l’interesse di Israele soprattutto se i rapporti con questi leader a dir poco controversi possono contribuire alla demolizione delle politiche dell’Ue in Medio oriente. A cominciare dal (già blando) sostegno all’indipendenza palestinese per finire con l’appoggio all’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano firmato nel 2015e dal quale, anche per le pressioni israeliane, l’Amministrazione Trump è uscita lo scorso maggio annunciando nuove sanzioni contro Tehran. Nel luglio 2017 a Budapest Netanyahu disse subito di sì alla proposta di ospitare in Israele un incontro del gruppo di Visegrad.
Quindi oggi e domani sfrutterà al meglio la possibilità di sparare a zero sulla linea dell’Ue in Medio oriente, troppo equilibrata per i suoi gusti e ancorata sul non riconoscimento della colonizzazione israeliana dei Territori occupati e favorevole alla creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele che i suoi governi dal 2009 a oggi hanno fatto di tutto per minare nelle sue fondamenta.