Il nuovo progetto di ProMosaik e.V.: Salam, Gerusalemme del Dr. Mohammed Khallouk
Buonasera dalla redazione di ProMosaik e.V.,
Sono lieta di presentarvi il nostro nuovo progetto: il diario del Dr. Mohammed Khallouk in Israele.
Questo libro mi ha raggiunto in un momento cruciale del mio attivismo
politico e per i diritti umani in Palestina, iniziato all’indomani
della guerra di aggressione israeliana contro Gaza nell’estate del 2014,
con la mia giovane associazione ProMosaik e.V. Ovviamente, come donna
musulmana e come attivista per i diritti umani, sono convinta, che
l’antisionismo ebraico rappresenti una forza irrinunciabile per
realizzare finalmente una pace duratura con i palestinesi, martorizzati
dalla nakba, dall’occupazione israeliana e dal regime israeliano,
caratterizzato dall’apartheid e dalla discriminazione etnico-religiosa.
Sono anche convinta del fatto che l’ebraismo autentico e il sionismo si
contraddicano del tutto: l’ebraismo, infatti, per me rappresenta una
religione del dialogo, del Tu, dell’umanesimo e della pace, mentre il
sionismo simboleggia il neocolonialismo, il neo-imperialismo e il
militarismo espansionista del regime militarista israeliano.
Nel testo di Mohammed ho ritrovato un anello mancante, da aggiungere
al mio discorso antisionista: e cioè l’approccio interreligioso islamico
al tema: ovvero il rapporto tra l’Io e il Tu umani, instauratosi in
modo naturale e al di fuori del conflitto politico, tra ebrei e
musulmani. Partendo da quest’angolazione positiva, diviene possibile
credere in una pace interreligiosa monoteista, che viene dal basso, in
una pace che cresce giorno dopo giorno tra tanti Io e tanti Tu. Sembra
forse un’utopia… ma dipende dalla quantità, che ci permette di passare
in modo fluido da quest’utopia socio-politica alla realtà di domani in
Medio Oriente.
La pace per me rappresenta una sfida e allo stesso tempo un dono che
ci viene concesso, solo se accettiamo l’aspetto della sfida e
combattiamo per la pace, che per me viene dal basso, dalle masse e non
dalle alte sfere della politica corrotta e serva del militarismo
occidentale. Il mondo della politica, infatti, si oppone spesso alla
pace per motivi economici, militari e geo-politici. Ma le masse non
vogliono altro che vivere in pace. La stessa cosa vale per le religioni
che in fin dei conti si basano su un umanesimo radicale comune. L’idea
delle religioni monoteiste sorelle, unite tra loro proprio dal loro
umanesimo etico-universale, viene tematizzata dall’autore, alla fine del
suo diario di viaggio, nella sua lettera indirizzata ad Abramo, il suo
amico ebreo, incontrato a Gerusalemme.
Nei singoli capitoli del testo seguiamo Mohammed, che in terza
persona ci racconta del suo viaggio in Israele. Lo seguiamo passo per
passo, a partire dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, come ci mostra
Gerusalemme und Tel Aviv, viste dalla prospettiva di un arabo marocchino
che ha conosciuto per la prima volta l’ebraismo nel suo incontro con
l’ebreo marocchino Simon Lévy, professore di spagnolo e fondatore del
museo dell’ebraismo marocchino di Casablanca, che di se stesso diceva: La mia religione è l’ebraismo, e la mia cultura l’Islam.
Un altro aspetto importante per la costruzione della pace in Medio
Oriente, sul versante del dialogo interreligioso, consiste senza dubbio
nel recupero della storia secolare comune ad ebrei e musulmani per
accentuare gli aspetti umanisti ed etico-pacifici delle due religioni. E
anche quest’aspetto lo ritroviamo nel diario di viaggio del Dr.
Khallouk. Gli ebrei prima del sionismo hanno convissuto in modo pacifico
con i musulmani per secoli, soprattutto nell’Andalus e
nell’Impero Ottomano. Credo che quest’esperienza storica possa servirci
da esempio oggi per tentare l’avventura a ritroso per ritrovare la pace
da ricostruire oggi, senza il regime sionista, e soprattutto in un
futuro umanista, al di là del regime sionista. Per me la parte migliore
del libro è il capitolo 10, che contiene la lettera di Mohammed al suo
amico ebreo, Abramo, conosciuto a Gerusalemme. Vorrei proporre alle
lettrici e ai lettori l’esperimento di leggere il testo una seconda
volta a ritroso, a partire dalla lettera ad Abramo, che costituisce il
punto di arrivo, in netta contrapposizione all’atterraggio all’aeroporto
Ben Gurion di Tel Aviv, che già intimorisce il visitatore musulmano a
causa del nome che porta, un nome che per ogni musulmano e per ogni
antisionista simboleggia la violenza espansionista e il razzismo
sionista del regime israeliano, volto ad eliminare la presenza
palestinese.
Informazioni sull’autore:
Il Dr. Mohammed Khallouk è un politologo e islamologo di origine
marocchina. Dopo i suoi studi di arabistica e scienze islamiche
all’università di Mohammed V. a Rabat e di scienze politiche
all’università Philipps-Universität di Marburgo, ha pubblicato diverse
opere, tra l’altro sul processo di pace in Medio Oriente, sul rapporto
tra palestinesi e israeliani e sul fondamentalismo islamico in Marocco.
Ha insegnato scienze politiche all’università di Marburgo e
all’università delle forze armate di Monaco di Baviera e scienze
islamiche all’università per gli studi islamici di Doha in Qatar.
Attualmente è anche incaricato scientifico per il Consiglio Centrale dei
Musulmani in Germania (lo ZMD) e vice-presidente dell’unione
Deutsch-Islamischer Vereinsverband Rhein-Main e.V. (DIV).
Il Dr. Khallouk pubblica testi incentrati su tematiche di storia
contemporanea, in particolare sul rapporto tra Islam e Occidente. Nella
sua prima opera letteraria, intitolata In Deutschland angekommen: Marburg,
pubblicata da Rimbaud (Aquisgrana) nel 2013, in 76 frammenti prosaici,
descrive la vita di una città universitaria tedesca, vista dalla
prospettiva di un immigrato proveniente dal mondo musulmano.
Il diario, intitolato Salam, Jerusalem, che vorrei presentare
qui di seguito al pubblico italiano, è stato pubblicato dalla stessa
casa editrice nel 2015. Il Dr. Khallouk definisce questa sua breve opera
un diario letterario di un marocchino tedesco, recatosi a Gerusalemme.
L’obiettivo che l’autore persegue con questo testo consiste nella
convivenza rispettosa tra diverse religioni e culture, in particolare
tra ebrei e musulmani. Questo è anche il motivo principale, per cui
l’associazione ProMosaik e.V. per il dialogo interculturale e
interreligioso ha deciso di sostenere la pubblicazione di quest’opera,
che ci mostra la via verso un radicalismo umanista monoteista.
Sono lieta di leggere i vostri commenti.
grazie!!
Dr. phil. Milena Rampoldi di ProMosaik e.V.