Al Center for Jewish History, il concerto “Songs for Eternity”
di
Stefano Graziosi, america24,
13 Aprile 2016.
Le melodie delle vittime
dell’Olocausto rivivono a New York.
E lo fanno attraverso il concerto
Songs for Eternity. Per trent’anni, il musicista italiano
Francesco Lotoro ha girato il mondo collezionando manoscritti
musicali redatti nei campi di concentramento e nei ghetti ebraici
durante la Seconda Guerra Mondiale dalle vittime dell’Olocausto.
Ha trascritto e registrato circa 5.000
dei 17.000 lavori scoperti.
Last Musik, una nuova fondazione a
sostegno del lavoro di Lotoro, ha organizzato mercoledì scorso un
concerto di raccolta fondi presso il Center for Jewish History di New
York. Ad esibirsi è stata la cantante Ute
Lemper, accompagnata da un piccolo ma significativo gruppo di
musicisti legati al progetto: si va dal famoso violinista israeliano
Daniel Hoffman, al suonatore di bandoneon Victor Villena, al
clarinettista David Krakauer, sino allo stesso Lotoro al pianoforte.
“Si è trattato di un viaggio
difficile ma necessario”, secondo Lemper. Se avesse scritto
queste parole nei giorni scorsi, non avrebbe potuto immaginare quanto
sarebbero risultate attuali: nello stesso giorno in cui parlava al
Center for Jewish History, il leader del partito di estrema destra
francese, Jean Marie Le Pen, dichiarava che le camere a gas sono
state “un dettaglio” della Seconda Guerra Mondiale.
In un periodo storico in cui i
testimoni della Shoah stanno man mano scomparendo, progetti come
quello di Lotaro ed eventi come “Songs for Eternity” si
impongono quali lezioni fondamentali per le nuove generazioni.
Ma il
concerto è stato comunque ben più di una lezione: è stato uno
squisito esempio di arte, comprendente un vasto spettro di canzoni
(dalle più tristi alle più allegre, passando per melodie danzanti).
Il tutto è stato inoltre accompagnato dalla presentazione di parti
del documentario in prossima uscita “The Maestro”, dedicato
al prezioso lavoro dello stesso Lotoro.